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19:10:10 CASAL DI PRINCIPE. Dopo quasi ventisei anni continui al 41 bis, dopo l'inaspettato pentimento del primogenito Nicola, che portava il nome del nonno, e la dissociazione dal clan del cugino Cicciariello, Francesco Schiavone detto Sandokan passa all'età di settant'anni dalla parte della legge.

Uomo di fiducia di Antonio Bardellino ha comandato a Casal di Principe come un boss ante litteram, che ordina l'eliminazione di chi spaccia in zona, vedi l' omicidio di Martino Mezzero, e insieme a Bardellino combatte i cutoliani, poi tradisce il suo mentore, poi dichiara guerra a tutti quelli che si oppongono alla sua egemonia.

La prima severa condanna gli viene inflitta proprio per affiliazione al clan Bardellino. Il primo arresto a ventinove anni per detenzione di armi, poi di nuovo dentro nel 1989 quando viene arrestato in Francia,  finisce di nuovo in manette nel blitz a casa dell'assessore Corvino nel famoso blitz di Santa Lucia del 13 dicembre del 1990. Sono i prodromi di Spartacus 1. Sandokan viene di nuovo arrestato nel blitz del 18 luglio del 1998, come altri boss non si era allontanato da casa, era nascosto in un bunker ricavato nell' abitazione di via Bologna.

La sua ascesa criminale è stata descritta da decine di pentiti insultati ripetutamente durante i processi nelle lunghe dichiarazioni spontanee dal 41 bis. Prima diventa uomo di fiducia di Antonio Bardellino, poi partecipa in prima persona come mandante alla sua eliminazione a Bujos in Brasile (per ora questa è la verità processuale) per mano di Mario Iovine, poi fa eliminare il nipote Paride Salzillo che viene strangolato con una corda stretta al collo a casa di Letizia. Nasce un quadrumvirato che lo vede al comando insieme a Bidognetti, Iovine e De Falco.

In quel periodo cerca e trova nuove alleanze che portano a nuove guerre intestine come quella con Giuseppe Quadrano e Vincenzo De Falco che era troppo ambizioso per coesistere con lui. Con l'arresto di Francesco Bidognetti nel 1993 assurge a capo assoluto dei Casalesi fino all' arresto del 1998. È stato condannato all' ergastolo per l' omicidio di Antonio Bardellino, di Paride Salzillo, quale ideatore e mandante, per il secondo delitto anche coinvolto nella fase esecutiva. Ergastolo anche per l'omicidio Piccolo e per il tentato omicidio Parente, altri due Bardelliniani vittime di un agguato sulla strada per Formia, anche qui indicato come ideatore e mandante.

Sempre nell'ambito della guerra contro Bardellino, Schiavone è stato giudicato mandante della strage di  Casapesenna. Ergastolo anche quale mandante e organizzatore della strage di quattro cutoliani. Dal carcere avrebbe ordinato l'omicidio di Vincenzo 'o fuggiasco, reo di averlo tradito nel blitz di Santa Lucia. Nei brevi periodi di libertà ha cercato di investire i proventi dei guadagni illeciti con blitz in lussuosi locali a Milano al cospetto di manager e imprenditori, come hanno dimostrato le numerose inchieste della Dda.

Uno dei primi processi in cui potrebbe essere chiamato a deporre, dal pm della Dda Graziella Arlomede, è quello sulle presunte infiltrazioni negli appalti delle Ferrovie dello Stato in corso davanti alla terza sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Tra i capi di imputazione ci sono i colloqui del 31 dicembre del 2012  intercettati nel carcere di Opera a Milano, in cui Francesco Schiavone dice ai suoi familiari di rivolgersi a Nicola Schiavone (l' imprenditore) in merito a dei terreni siti a Villa di Briano, in quanto gli doveva molti favori. C'è poi da vedere se aggiungerà elementi sull'omicidio di Antonio Bardellino, visto che in fase di discussione nel processo Spartacus la sua difesa sosteneva la sopravvivenza di Antonio Bardellino suffragata anche da alcune audiocassette che in realtà non furono mai acquisite.

Per ora vale la versione di decine di pentiti che hanno parlato della  telefonata di Mario Iovine che li rassicurava in merito all'eliminazione del capo della Nuova famiglia. 'Marittiello' aveva riferito a telefono di averlo massacrato a martellate nella villa a Bujos sul mare, Lugo in cui il cadavere, mai ritrovato, sarebbe scomparso. Iovine avrebbe cosi anche vendicato la morte del fratello Domenico per mano di Bardellino.

Giovanni Maria Mascia


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