21:24:37 SANTA MARIA CAPUA VETERE. Il consigliere comunale di Santa Maria Capua Vetere Raffaele Aveta, sin dal primo momento, si è battuto contro la trasformazione dell’ospedale ‘Melorio’ in Covid center e contro la mancata riapertura del Pronto soccorso. Ovviamente è stato uno dei protagonisti del Consiglio aperto che si è tenuto sabato mattina in Comune.
Consigliere Aveta, in seguito ai recenti sviluppi, secondo lei quale sarà il futuro del Pronto soccorso dell’Ospedale ‘Melorio’?
«Purtroppo dobbiamo riscontrare una chiara volontà di chiudere definitivamente il Pronto soccorso del ‘Melorio’. Nonostante le rassicurazioni del direttore generale dell’Asl e il bando per medici a Partita Iva, subito dopo ci siamo trovati dinanzi un piano aziendale dove il Pronto soccorso a Santa Maria Capua Vetere non è contemplato. Si tratta di una decisione che recherà non pochi danni all’utenza di un’ampia zona della provincia di Caserta che resterà completamente scoperta da prestazioni sanitarie di primo intervento. E’ saltato anche l’Utic, un vero e proprio fiore all’occhiello del presidio di Santa Maria Capua Vetere, oltre ad un ridimensionamento totale della farmacia».
Possiamo definire tardive le iniziative che si stanno mettendo in campo per salvare il Pronto soccorso?
«E’ così. Nonostante abbia apprezzato la volontà della maggioranza di affrontare finalmente il problema con la dovuta serietà, non si può non ricordare la verità storica degli accadimenti e la responsabilità politica di chi ha operato delle precise scelte. La verità storica è che, quando abbiamo più volte sollevato il problema della chiusura del Pronto soccorso, del trasferimento di attrezzature e personale in altri nosocomi, dello smantellamento degli ambulatori specialistici o della fatiscenza della sede sammaritana dell’Asl, siamo stati trattati come populisti o allarmisti o, peggio ancora, visionari. Oggi abbiamo la prova che ci sono precise e ben individuabili responsabilità politiche del ridimensionamento del presidio ospedaliero sammaritano. Fu un errore non chiedere all’Asl di trovare altre soluzioni, lo denunciammo, non fummo ascoltati. Ora siamo di fronte a un possibile drammatico epilogo, con un piano aziendale che nega il diritto alla salute a un’ampia fetta di popolazione di Terra di Lavoro».
Altro tema assolutamente attuale a Santa Maria Capua Vetere è l’approvazione del Puc. Com’è la situazione attualmente?
«Il prossimo 3 marzo scadono i termini di presentazione delle osservazione. Il 27 febbraio abbiamo chiamato a raccolta i tecnici per parlare del Puc, piano da migliorare ma necessario per bloccare, ad esempio, l’urbanizzazione delle aree verdi. Dall’altra parte, però, è necessario adottare delle modifiche radicali al Puc perché é assurdo pensare di continuare a costruire quando in città c’è un evidente decremento demografico, con 250/400 ragazzi tra i 18 e i 35 anni che ogni anno decidono di lasciare Santa Maria Capua Vetere. Il nuovo piano urbanistico deve servire per recuperare il centro storico, aumentare i servizi, prevedere l’apertura di nuovi parchi, rendere la città ecologica e non per continuare la cementificazione».