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09:16:14 CASERTA. Dottore Del Gaudio, si ripropone come sindaco di Caserta a cinque anni dalla sua defenestrazione. Cosa è cambiato da quella circostanza?

«Sono cambiate tantissime cose. E’ stato dichiarato un secondo dissesto, la città è ferma completamente a causa di un’amministrazione che non ha saputo né portare avanti quanto fatto da me né proporre nuovi progetti. Un anonimato totale che sta facendo sprofondare Caserta. Per cosa sarà ricordata l’amministrazione Marino? Nessuno è in grado di rispondere a questa domanda... I detrattori diranno che la mia giunta è quella del dissesto, quella del corno... Ma di Marino cosa si può dire? Nel 2016 ho mantenuto l’impegno, non mi sono candidato. In questi anni ho studiato, ho preso un master in dissesti e management degli enti locali. Sono revisore dei conti in diversi Comuni. Oggi ho l’esperienza e la competenza necessaria per poter fare il bene della città. Un minuto dopo la mia elezione sarei in grado di operare perché io il sindaco l’ho già fatto, ho le idee chiare su cosa si deve fare e, soprattutto, su come farlo. Non è più il tempo dell’improvvisazione. Vedo candidati in giro completamente a digiuno di quella che è la dinamica amministrativa. L’uno vale uno di grillina memoria ha miseramente fallito».

A che progetti fa riferimento?

«Il Puc era pronto e il preliminare approvato: in cinque anni non si è saputo più nulla del piano urbanistico comunale permettendo a centri commerciali di aprire in maniera indisturbata in città a danno dei tanti commercianti, sfruttando il vuoto normativo che si è venuto a determinare. Il Macrico è scomparso dall’agenda di governo. Io sono stato il sindaco che ha fatto approvare un ordine del giorno che prevedeva il Macrico come zona F2. C’era un discorso avviato con il clero. Nel Puc avevamo individuato il destino dell’area. Il parcheggio di piazza IV Novembre è stato totalmente abbandonato. Una struttura di 300 posti auto in grado di servire i commercianti del centro storico è scomparsa, con il conseguente danno economico per l’ente... ».

Non pensa che la sua candidatura sia una fuga in avanti?

«E’ stato un passaggio necessario. Senza la mia candidatura il centrodestra non avrebbe potuto avviare la campagna elettorale. Purtroppo il Covid ha modificato in maniera radicale le modalità della campagna elettorale. Non è più possibile organizzare grandi riunioni politiche così come si faceva due anni fa. Il contatto con l’elettore è singolo o, meglio, il contatto è quasi sempre virtuale con riunioni via web o attraverso il telefono. Questa modalità diversa, chiaramente, impone tempi più lunghi. Non avviare subito la campagna elettorale avrebbe significato consentire a Marino di ipotecare la vittoria ancor prima di cominciare le consultazioni. E altri cinque anni amministrati così Caserta non se li può permettere... Oggi c’è bisogno di un sindaco esperto, capace di costruire una squadra attorno a se competente che abbia voglia e capacità di lavorare. Anche la scelta dei consiglieri comunali deve essere fatta secondo questo schema».

E il centrodestra la pensa come lei?

«Qualsiasi persona di buon senso la pensa come me... Io sono un uomo di centrodestra. La mia storia politica e personale parla chiaro. Sono pronto a confrontarmi con chiunque su questo terreno. Sono pronto anche a partecipare a delle primarie. Il mio è un desiderio di fare il bene della città, se ci dovesse essere Maradona davanti a me sarei felicissimo di farmi da parte e di mettermi al suo servizio per il bene di Caserta. Intorno al mio progetto, comunque, si sono già raccolte tante persone che non si sentono inquadrate in un partito, ma che hanno voglia di lavorare per la città. E’ a questo civismo che dobbiamo guardare tenendo fuori tutti i mestieranti e gli incompetenti».

Parla di risultati, ma, è indubbio che qualcosa nella sua amministrazione non abbia funzionato... Qual è l’errore che si rimprovera e che non ripeterebbe mai più?

«Io sono andato a casa a causa di una congiura di palazzo. Ho avuto l’onore di vincere le comunali e di diventare il sindaco della mia città a 44 anni. Non è stata Caserta a bocciarmi. Certamente la squadra. Errori sono stati commessi sia nella scelta di alcuni consiglieri comunali che di alcuni assessori. Sto lavorando con il mio gruppo a liste aperte, ma non a tutti. Il discriminante sarà la competenza. Diremo tanti sì, ma anche molti no. E’ indispensabile costruire una squadra in grado di vincere e di governare una città stupenda, ma difficile come la nostra. Probabilmente la volta scorsa, quando abbiamo messo assieme la coalizione abbiamo pensato solo a vincere. Oggi con noi solo chi ha competenze e voglia di lavorare per Caserta. E’ necessario che il sindaco abbia grande discrezionalità nelle scelte dal momento che è quello che firma, è quello che si assume le responsabilità ed è quello che va in galera». 

Visto che parla di squadra, quali sarebbero le novità che porterebbe il sindaco Del Gaudio anche alla luce degli errori del passato?

«Partiamo dalla giunta. L’assessore al bilancio sarebbe un casertano. Nominerei un commercialista esperto capace di aiutare Caserta in questo delicato momento. La città deve recuperare il suo protagonismo anche attraverso scelte che valorizzano le proprie professionalità. Stesso discorso per l’assessore al turismo. E’ mia intenzione puntare su un tecnico che mi andranno ad indicare Confindustria e le associazioni di categoria per avere una figura capace di pianificare lo sviluppo della città partendo dalla valorizzazione delle frazioni che devono rappresentare il completamento di quel pacchetto Caserta che parte inevitabilmente dalla Reggia. Proprio con la Reggia va instaurato un rapporto differente. Non più la pericolosa conflittualità alla quale abbiamo assistito con Felicori negli ultimi anni, ma una piena collaborazione. La dottoressa Maffei troverà sicuramente un alleato nell’azione di valorizzazione del nostro monumento. Inutile dire che senza finanziamenti non si riesce a governare, è mia intenzione mettere a sistema i tanti professionisti che abbiamo in città per portare il maggior numero di risorse possibili al Comune».

E sul piano amministrativo?

«Abbiamo bisogno di scelte chiare: la cave vanno chiuse. Dobbiamo ripensare la mobilità cittadina con una ztl differente, magari attiva solo nel fine settimana. Basta con questa conflittualità perenne vecchi giovani. E’ fondamentale destinare spazi della città alla loro attività. Per quello che riguardano i lavori favoriremo le ditte di Caserta».

Il Covid?

«Il sindaco Marino si è dimostrato, purtroppo, completamente subalterno al presidente della Regione derogando alla sua funzione di autorità sanitaria. Il Comune avrebbe dovuto stanziare delle risorse per acquistare tamponi e permettere ai cittadini di effettuarli a costi contenuti così come ha fatto, ad esempio il Comune di Puglianello. Così avremmo avuto un monitoraggio reale sulla popolazione. Inoltre si sarebbe dovuta alleggerire la mobilità verso le scuole. Sarebbe bastato riattivare le navette elettriche che sarebbero potute diventare tranquillamente degli scuolabus. La subalternità a De Luca l’abbiamo vista anche con il policlinico. Quando io ero il sindaco il cantiere funzionava. In questi cinque anni abbiamo assistito solo a passerelle e promesse da parte del governatore senza che il sindaco dicesse una parola... ».


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