22:03:18 Dunque, a protezione di Antonio Luca Iorio e suo padre Nicolino ci sarebbe stato - al momento buono - anche una «angelo protettore». Un personaggio capace di fare una «soffiata» ai due sull’attività d’indagine portato avanti da «pezzi pesanti», sul giro di fatture miracolose sul quale si reggeva tutto il sistema.
Una gola profonda, incardinata al posto giusto, in un luogo intermedio tra gli Uffici preposti ai controlli e quelli privati e preposti, invece, a far crescere fondi neri, capitali sconosciuti al fisco. Parlare di rivelazione di segreti d’ufficio sarebbe il minimo. Le cose starebbero molto ma molto peggio. Qui, a bene intendere il frutto del lavoro degli inquirenti ci sarebbe proprio il lavoro di persone incardinate nei meccanismi di controllo pronti a difendere i «fatturatori» di professione.
La circostanza emerge da alcune intercettazioni finite nel mirino delle Fiamme gialle. Queste conversazioni dal tono familiare, come di di una persona che concede consigli spassionati, troverebbero riscontro oggettivo (carte e soldi) nella documentazione acquisita dal Nucleo valutatorio.