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CASERTA. Finalmente si vota per le primarie. Domenica dalle 8 alle 21, i cittadini casertani di centrosinistra saranno chiamati a scegliere il loro candidato ideale per la carica di sindaco tra l’esponente di Scelta civica Maria Grazia Guarino e i due portacolori del Pd Carlo Marino ed Enrico Tresca.

 

Si vota presso la chiesa del Buon Pastore dove sono stati allestiti cinque seggi. Per esprimere il proprio voto basta recarsi al Buon Pastore muniti di carta d’identità senza pagare il famigerato euro di contributo. Per aiutare gli elettori a capire come orientarsi abbiamo deciso di porre ai tre candidati tre quesiti sul governo della città.

Il suo piano per risanare le finanze del Comune di Caserta?

MARIA GRAZIA GUARINO. «Immaginare di poter realizzare e addirittura stravolgere l'impianto di un comune come Caserta il cui strumento economico finanziario è fortemente indebitato, è da ritenersi una mera utopia. Sicuramente non va addebitato a noi alcuna responsabilità in quanto non presenti in nessun consiglio comunale né come maggioranza, ne come opposizione. Riteniamo quindi che occorra una drastica riduzione della capacità di spesa ed aumentare invece, le entrate che non devono essere solo economiche, ma che possono essere anche strumenti sostitutivi capaci di realizzare una diversa partecipazione ed alleviare il bilancio comunale, parliamo ad esempio di baratto amministrativo».

CARLO MARINO. «E’ necessario ripensare completamente alla gestione delle finanze del Comune di Caserta se non vogliamo correre il rischio che la città si pianti su se stessa. Il dissesto non può costituire un alibi per giustificare l’incapacità di programmare e disegnare il futuro della nostra città. E’ evidente che le entrate correnti non sono sufficienti a garantire questa operazione. La prossima amministrazione dovrà essere capace di recuperare entrate straordinarie attraverso una progettazione finalmente concrete e adeguata a quelli che sono gli standard dell’Europa. Con la mia squadra abbiamo in programma di trasformare l’Europa in una sorta di bancomat per le grandi opere della nostra città. Lo abbiamo già fatto in passato e sappiamo come muoverci in tale direzione. E’ inoltre indispensabile modificare il rapporto con gli imprenditori che vogliono investire sulla città. Stop alla sudditanza e al vassallaggio, è il momento che l’amministrazione offra opportunità a chi vuole investire nel capoluogo, ma nel contempo, ottenga in cambio opere e occasioni per i casertani. Il project financing è uno strumento che, da questo punto di vista, può diventare fondamentale per Caserta. Quanto ai debiti del passato, metteremo in campo un’azione di risanamento vera che riduce gli sprechi e che non si accanisce solo su una parte della città».

ENRICO TRESCA. Il risanamento delle disastrate casse del Comune di Caserta sarà un percorso lungo e complesso. Non esistono ricette lampo, ma solo un attento e lungo lavoro di razionalizzazione dei costi e di ottimizzazione delle entrate in grado, nel lungo periodo, di innestare un circuito virtuoso che ci porti fuori dal dissesto. Per questa ragione la prima operazione sarà di trasparenza: tutti i casertani, che si stanno sobbarcando l’onere del dissesto, dovranno conoscere in maniera chiara e inequivocabile lo stato di salute delle nostre casse e, soprattutto, le linee di intervento in grado di farci uscire da questa situazione. Razionalizzare i costi significa compiere prima di tutto una profonda revisione della macchina comunale in grado di migliorare i servizi senza disperdere, anzi risparmiando, risorse. Questo si può fare, ad esempio, innovando tecnologicamente i processi della nostra macchina amministrativa: un’azione che da un lato contribuirà a rendere più rapido ed efficiente il rapporto tra Comune, imprese e cittadino, dall’altro permetterà ai dipendenti di lavorare di più, meglio e con un costo minore. Sarà possibile aumentare le entrate mettendo mano alla gestione del patrimonio immobiliare comunale che, se messo a reddito, produrrebbe risorse fondamentali per il risanamento delle casse comunali. Nel corso degli anni si è proceduto ad una serie di affidamenti incauti di concessioni e alla stipula di contratti di locazione assolutamente fuori mercato in danno della collettività. Sarà nostro compito rivedere i contratti non legati a logiche di mercato e programmare con intelligenza la manutenzione fuggendo così dalla logica emergenziale dei cottimi fiduciari».

I suoi primi cento giorni da sindaco.

MARIA GRAZIA GUARINO. «Noi contiamo di tracciare una diversa strategia amministrativa già nei primi 30 giorni poiché preferiremmo parlare delle prime delibere da sottoporre alla giunta municipale e tra queste la priorità va data alla realizzazione di una fruibilità di maggiori e migliori servizi per tutti i cittadini. Molto spesso registriamo sterili lamentele sui costi eccessivi delle imposte comunali dimenticando che un comune, in pieno dissesto economico/finanziario, ha capacità di risorse molto limitate. A nostro giudizio invece, è che a fronte di un legittimo pagamento di tali tasse, non vi siano affatto servizi adeguati ed efficienti. Altra priorità è data da un'attenta riflessione morfologica della città. Caserta non è solo il centro, ma è articolata in numerose frazioni, ognuna con caratteristiche ed esigenze diverse. Riteniamo quindi che vi debba essere una capacità di ascolto molto articolata. Una delle azioni che vorremmo mettere in atto già da subito è quella di riservare una parte del bilancio comunale ad iniziative che i cittadini, in apposite riunioni con gli amministratori, possano decidere di destinare a particolari problematiche relative alle situazioni ove essi risiedono, chiaramente di pubblica utilità, realizzando così una sorta di bilancio partecipato. Un altro punto importante che la nuova amministrazione deve tener presente, a nostro giudizio, è favorire una maggiore vivibilità attraverso forme alternative di sviluppo ecosostenibile. Ultimo punto a nostro parere, è quello di incentivare, con forme di defiscalizzazione, i commercianti per una maggiore partecipazione al rilancio dell'immagine di Caserta».

CARLO MARINO. «Se vogliamo che Caserta diventi davvero una città turistica è necessario mettere in campo un’operazione di marketing su noi stessi, recuperando credibilità agli occhi del resto della Regione, della nazione e aprendoci all’Europa. Se vogliamo che essere la città della Reggia abbia un significato, dobbiamo fare in modo che Caserta sia riconosciuta e riconoscibile per le sue qualità. Per farlo dobbiamo ridiscutere il nostro rapporto con la Regione Campania e con il governo centrale. Caserta deve essere finalmente percepita come capoluogo di provincia. L’interlocuzione politica con il governatore De Luca, con il presidente Renzi ai quali mi lega un rapporto privilegiato, deve diventare lo strumento per costruire delle collaborazioni istituzionali stabili attraverso le quali creare la Caserta del ventunesimo secolo. Ad un’operazione di ordine politico va affiancata una di carattere amministrativo con la riorganizzazione della macchina comunale che deve viaggiare al passo che come giunta andremo ad imprimere alla città. Basta con gli uomini giusti al posto sbagliato e con premi a chi non produce risultati. Il Comune deve diventare un orologio svizzero con ingranaggi perfetti che viaggiano tutti alla stessa velocità».

ENRICO TRESCA. «Detto della necessità improrogabile di una riorganizzazione completa della macchina comunale, il primo atto da sindaco sarà quello di siglare un Patto per Caserta con la Reggia, l’Università, le associazioni datoriali, gli ordini professionali, la scuola e il mondo del volontariato. Un atto amministrativo che impegni tutte le parti in maniera chiara a contribuire alla crescita, per quanto di propria competenza, della città. In quest’ottica sarà inoltre istituito l’Ufficio di programmazione strategica, un organismo in grado di tradurre in pratica (intercettando i fondi necessari) la visione di sviluppo futuro della città. Andrà approvato nel più breve tempo possibile il regolamento dei beni comuni che avrà un duplice significato: quello di ristabilire un rapporto tra Comune e città andato ormai perso e quello di avviare una cura immediata degli spazi della città a costo zero. Tutti insieme porteremo avanti una nuova filosofia: la città come casa propria, dove ognuno contribuirà come può anche utilizzando forme che la legge consente come il baratto amministrativo. Andrà riavviata la macchina del Puc che seguirà una visione complessiva della città che finora è mancata. Bisogna ripartire per ridisegnare subito la città che vorremmo. E in quest’ambito programmatico va subito istituito il Parco dei Colli Tifatini. Nei primi cento giorni andranno messe le basi, con tutta la città, di un Piano per la mobilità sostenibile e di un Piano di azione per l’energia sostenibile. Discorso a parte merita la revisione del piano sociale di zona e la costituzione dell’ufficio di Piano. Immediatamente va approvato la costituzione di diversi punti ascolti in tutta la città in collaborazione con le associazioni. Caserta sarà una città che si avvicina al bisogno, al disagio e non il contrario».

Caserta deve ridiscutere il suo rapporto con la Reggia.

MARIA GRAZIA GUARINO. «La nostra è la partecipazione di cittadini attivi e responsabili che per mero spirito collaborativo, con idee, progetti e proposte, vogliono impegnarsi per restituire Caserta a chi la AMA, a chi la VIVE. Dobbiamo mettere un punto fermo e soprattutto smetterla di rinfacciare responsabilità all'uno e all'altro. La situazione è fin troppo nota, è inutile rimestare nel paiolo, se gli ingredienti della minestra sono sempre gli stessi, il sapore non cambia. Invece trasformiamo e non diciamo "proviamo a trasformare" le difficoltà in risorse; in che modo? OTTIMIZZANDO IL BUONO E IL BELLO DI CUI OGNUNO DI NOI È PORTATORE. La Reggia di Caserta...gioie e dolori animano il dibattito attuale. Mi domando, ma siamo sicuri di conoscere la nostra storia? Ho qualche dubbio perché se così fosse, la conoscenza delle proprie origini, la scoperta delle proprie radici, alimenterebbero l'orgoglio di appartenenza che si tradurrebbe in amore e cura per un bene che testimonia al mondo l'ingegno, la fatica, il lavoro, la cultura di tanti uomini e donne di ieri e di oggi. Vediamo il mondo con gli "occhi di dentro" ...è qui la risposta. Guardiamoci intorno, Caserta è ricca di testimonianze storiche, la Reggia è nel mirino e c'è sempre chi dice "ma chi te lo fa fare" e senza punto interrogativo per cui è solo stanca rassegnazione. Invece crediamo fortemente in un circuito integrato, attrattore non solo di investimenti economici, ma di continui eventi culturali e turistici capaci di realizzare una effettiva ricaduta sull'intero territorio casertano. In definitiva la Reggia deve essere capace di stimolare e guidare i nuovi percorsi evolutivi di una Caserta non più spettatrice inerme, ma bensì protagonista attiva di un nuovo corso culturale».

CARLO MARINO. «Le Reggia deve essere finalmente di Caserta e non solo a Caserta. Il monumento deve integrarsi con la città, consentendo alla stessa di poter vivere di Reggia, così come succede altrove. La presenza di un manager come Felicori che ha avuto il merito di creare finalmente un brand Reggia fuori da Caserta deve essere per noi. La riqualificazione degli emicicli, la creazione di appuntamenti culturali, il coinvolgimento dell’università nella gestione dei processi di crescita del monumento sono alcuni dei risultati ai quali dobbiamo puntare in tempi rapidissimi. Tutte queste operazioni devono passare anche per una battaglia senza quartiere agli abusivi. Non possono essere loro il biglietto da visita della Reggia. Le minacce subite dal titolare del book shop della Reggia Edgar Colonnese devono essere un brutto ricordo e non la triste normalità. Un imprenditore sano che intende investire sulla Reggia e sulla cultura come ha fatto Colonnese va sostenuto e non ostacolato».

ENRICO TRESCA. «La Reggia dovrà ritornare al centro della visione strategica della città, ma per realizzare ciò è necessario «aprirsi» alla città stessa. Per questo sarà utile programmare l’apertura della Flora, che è un’ideale cerniera tra la Reggia e la città di Caserta, e un’azione incisiva di recupero degli Emicicli di piazza Carlo III. Proprio piazza Carlo III dovrà diventare un polo di aggregazione sociale, economico e culturale. Un luogo vivo per tutta la città. Portare la Reggia al centro significa pensare anche alla vocazione turistica di Caserta. Penso a quali potenzialità ha, in questo senso, Corso Trieste. Immaginare differenti percorsi turistici che portino alla Reggia può trovare la sua concretizzazione attraverso l’individuazione, nell’area est, di un bus Terminal che si integrerà con il Piano per la mobilità sostenibile».

 


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