16:07:17 Le conferme dei timori che Alessandro Ottaviani aveva nei confronti di Alfredo Carini sono state confermate oggi in aula anche dal cognato della vittima.
Sentito dal pubblico ministero Iolanda Gaudino, il teste ha dichiarato che Ottaviani "era molto preoccupato e non vedeva l'ora di chiudere la vertenza con Carini, al punto che avrebbe rinunciato a una parte dei soldi" una discreta somma derivante dalle mensilità dei canoni del fitto del capannone, la cui valutazione per una possibile cessione era di 650mila euro. Al pm il congiunto della vittima ha spiegato che solo per i primi mesi Carini aveva pagato l' affitto della struttura dove si trovava la fabbrica Omc 4x4, l' officina dell' imputato, ma che successivamente non aveva più pagato un euro. La superficie su cui sorgeva il capannone era di circa 3000 metri quadrati ed era di proprietà dell' imprenditore scomparso nel nulla il 23 ottobre del 2008.
Di quei tremila metri quadrati ce n'erano circa mille e settecento liberi, ma il teste ha spiegato che "mio cognato e Claudio Cesarini mi dissero che Carini non faceva entrare nessuno" anche se non erano locali di sua pertinenza. Il testimone ha riferito che "Carini minacciò Iannotta, che è stato uno storico collaboratore e dipendente di mio cognato oltre che amico di famiglia, ma non vi fu alcuna denuncia perché Iannotta aveva paura di Carini" e ha confermato anche la preoccupazione di Ottaviani la mattina in cui doveva portare i soldi in banca a Piedimonte Matese, aveva paura sia di Carini che di subire una rapina.
Al difensore di parte civile ha ribadito che il cognato era solito mettere nel cruscotto dell' auto il passaporto e che non si sarebbe mai allontanato senza avvisare i familiari, in quanto la madre era malata di tumore ed era in uno stato terminale. In sede di controesame il teste ha ricostruito la mattina della scomparsa, quando per l'ultima volta ha visto il cognato al cantiere mentre insieme a Iannotta spostavano l' escavatore, ha detto di averlo cercato dopo le 14 a casa, ma era tutto chiuso e presso lo studio di un commercialista credendo di trovarlo lì. Sono state poi acquisite le dichiarazioni di altri testimoni che avrebbero parlato della scomparsa di Ottaviani con l' imputato, in quanto sono state già acquisite le intercettazioni.
A fine udienza il pubblico ministero ha chiesto la sospensione dei termini di custodia cautelare sia per Alfredo Carini che per Russo Cataldo a causa della complessità del processo, trovando l'opposizione dei difensori. L'avvocato Claudio Sgambato ha contestato i tempi lunghi dell' istruttoria dibattimentale con imputati detenuti (ndr la prossima udienza è prevista tra un mese e mezzo) che inficiano il principio di libertà personale ed ha preannunciato una richiesta di revoca della misura cautelare per Russo Cataldo. Anche l'avvocato Paolo Falco si è opposto alla richiesta della dottoressa Gaudino.
Giovanni Maria Mascia