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18:18:10 CASERTA. Un vero e proprio crollo dei posti letto negli ospedali della Provincia di Caserta: a denunciarlo il responsabile della Sanità della Fp Cisl Nicola Cristiani.

«Attualmente abbiamo attivi circa il 40% dei posti letto in meno rispetto a quelli previsti dal piano sanitario - ha evidenziato il sindacalista - questa cosa comporta ovviamente numerosi disagi sia per il personale sanitario che per l’utenza. Va ricordato che la provincia di Caserta parte con un handicap di trecentocinquanta posti letto in meno che sono stati assegnati al policlinico che non è ancora aperto.

A quei posti che esistono solo su carta vanno sottratti quelli dei reparti che progressivamente si stanno chiudendo per i pensionamenti e per le difficoltà strutturali degli ospedali della rete dell’Asl».

Cristiani sottolinea che, negli ultimi mesi, a causa della carenza dei medici si è assistita ad una contrazione di diversi reparti e alla chiusura dei pronti soccorso.

«Al momento il carico delle emergenze - ha proseguito il sindacalista - è tutto sull’ospedale di Caserta e su quelli di Aversa, Marcianise e Sessa Aurunca che sono gli unici ad avere un pronto soccorso attivo.

Chiaramente, vista la popolazione che servono, il personale non è adeguato a garantire un servizio rapido all’utenza ingenerando quei rallentamenti che sono degenerati nell’ultimo periodo in aggressioni agli infermieri e ai medici del pronto soccorso».

L’esponente della Cisl ha evidenziato come la sua organizzazione per tutelare l’incolumità del personale sanitario di quei pronti soccorso ha chiesto l’intervento della prefettura per potenziare le misure di sicurezza. 

«Purtroppo assistiamo ad una situazione paradossale dove i continui pensionamenti stanno impoverendo il personale degli ospedali - ha aggiunto - 

senza che si riesca a colmare quei vuoti che si sono venuti a creare.

Non è un problema dell’Asl che sta provvedendo alla selezione per coprire i posti mancanti, ma proprio dei medici che rifiutano tali postazioni perché sanno di dover essere sottoposti ad uno stress professionale enorme per i problemi che ci sono attualmente».

Il leader della sanità della Cisl spiega come l’elevata domanda a fronte di un numero ristretto di professionisti consenta agli stessi una libertà di manovra e di scelta enorme. 

«Anche la selezione della Regione non rappresenterà una soluzione visto che difficilmente ci saranno richieste per le aree critiche del nostro territorio - ha specificato - come sindacato siamo enormemente preoccupati perché siamo di fronte al classico caso di coperta corta.

Se il personale sanitario copre i pronti soccorso sguarnisce i reparti e viceversa». Sui territori è in atto una vera e propria mobilitazione per cercare di porre un argine a questa situazione.

A Piedimonte Matese c’è stato un incontro al quale sono stati invitate tutte le organizzazioni sindacali, i sindaci e i consiglieri regionali per affrontare i problemi dell’Ave Grazia Plena. 

La carenza di Pediatri, ginecologi e cardiologi è diventata una vera e propria criticità per una struttura che serve un territorio molto esteso qual è quello del comprensorio matesino.

La situazione non è troppo differente neppure per il Melorio di Santa Maria Capua Vetere, dove, dopo la chiusura del pronto soccorso, circola voce di un possibile trasferimento dei cardiologi verso Marcianise. Questa cosa comporterebbe una pericolosa contrazione dell’attività ambulatoriale.

Anche qui c’è stata una mobilitazione da parte dei consiglieri comunali che hanno organizzato mercoledì scorso un presidio davanti alla sede del Melorio. Il sindaco Antonio Mirra ha chiesto un incontro al direttore generale dell’Asl Amedeo Blasotti per cercare di definire la situazione.

«A questa situazione si aggiunge la contrazione delle attività dell’ospedale di Maddaloni - ha aggiunto Cristiani - all’interno del quale sono in corso una serie di lavori per il potenziamento della struttura».

Il sindacalista aggiunge come un altro aspetto che penalizza in questo momento gli ospedali è rappresentato da una sanità territoriale e di distretto che non riesce ad essere da supporto.

«Purtroppo - ha concluso - la sanità territoriale non riesce ancora ad assolvere a quella funzione di controllo e prevenzione tale da decongestionare gli ospedali.

Come Cisl terremo la guardia alta per favorire tutte quelle soluzioni che possano essere utili alla tutela degli interessi della cittadinanza e del personale sanitario»


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