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18:52:59 Per la condotta di partecipe all'associazione camorristica del clan Bidognetti, il pubblico ministero Maurizio Giordano della Dda ha chiesto la condanna a sette anni di reclusione per Lorenzo Marcello, l'ex vicesindaco considerato il vero Deus ex machina dell'amministrazione Nuzzo, assoluzione invece per analogo capo di imputazione per l'ex primo cittadino Antonio Scalzone e per l'ex autista del Comune e titolare della ditta di vigilanza SecurSud Raffaele Gravante, tre anni di reclusione per il collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo, ma solo per il periodo compreso tra il 2006 e il 2008, in quanto per gli anni precedenti è stato già giudicato, tre anni sono stati chiesti per Davide Granato per tentata violenza privata ai danni di Lorenzo Marcello e della compagna, per l' episodio in cui Giuseppe Setola gli intimò di convocare l'allora vicesindaco al suo cospetto per discutere di appalti.

Per gli altri reati, abusi di ufficio e falsi ideologici commessi da funzionari del Comune e vigili urbani, venuta meno l'aggravante mafiosa, è stata chiesta una sentenza di prescrizione. La requisitoria è ruotata intorno alla vicenda delle concessioni illegittime (4 per l'esattezza) rilasciate dal Comune a Gaetano Vassallo per l'omonimo hotel, illegittime perché mancava l'autorizzazione più importante, il certificato per la prevenzione incendi. Nonostante i solleciti della Questura a chiudere la struttura, iniziati nell' aprile del 2005, l'albergo è rimasto aperto fino al primo aprile del 2008, quando Vassallo, per evitare di essere ucciso da Setola, inizia la collaborazione con la Dda.

Secondo l'accusa Marcello sarebbe stato organico al clan, avrebbe favorito Vassallo per la gestione dell' albergo e Luigi e Nicola Ferraro per fargli ottenere appalti. Sullo sfondo anche le accuse di corruzione mosse da Vassallo, che ha dichiarato di aver consegnato 10mia euro per tenere aperto l'albergo a Marcello attraverso Antonio Di Tella, ma quest' ultimo ha negato l'episodio così come Il dichiarante Tammaro Diana che sarebbe stato testimone dell'accaduto, per cui il pm ha concluso che non c'è prova della corruzione, ma ha considerato l'episodio un tassello del quadro complessivo delineato dai pentiti: Vassallo che indica Marcello come organico al clan, e Luigi Guida detto ' o drink che lo indica come suo interlocutore, nello specifico il pm ha fatto riferimento all' incontro tra Guida e il vicesindaco non per la questione delle minacce del clan a Francesco Nuzzo, ma per discutere dell' estromissione dei fratelli Orsi dall' appalto per la raccolta rifiuti a beneficio di Nicola Ferraro. Poi ci sono le accuse di Spagnuolo e la vicenda del pizzino di Setola che intimava a Granato di contattate  'Lorenzo'.

Vargas infine ha dichiarato che Marcello, quando nel 1992 era sindaco, "era una cosa sola Pasquale Morrone", noto capozona dei Casalesi all' epoca.. il pm ha menzionato anche la sentenza Spartacus dove risulta che Marcello fosse stato socio, con la Ma.ce. costruzioni di Raffaele Cecoro condannato per favoreggiamento del clan. Il dottor Giordano ha infine chiarito che dal processo e dalle intercettazioni emerge in maniera chiara il ruolo di facente funzioni di sindaco da parte di Marcello, che nell' ultima udienza, nel corso di dichiarazioni spontanee, aveva negato di aver avuto un ruolo di amministratore.

Il pm ha chiesto l'assoluzione per Scalzone, in quanto Vassallo in realtà aveva avuto rapporti solo col fratello Alfonso e per Gravante in quanto le dichiarazioni dei pentiti sono evanescenti. In merito alla vicenda dell' Hotel Vassallo il pm ha chiesto la prescrizione per i reati di abuso di ufficio e di falso ideologico in quanto non sussiste l' aggravante mafiosa, la struttura alberghiera in realtà non è mai stata legata a interessi del clan. Anche se alla fine le richieste di condanna sono solo tre, il pm ha chiosato che "emerge in quegli anni (2005/2009) uno spaccato squallido e spaventoso della gestione del Comune di Castel Volturno".

Giovanni Maria Mascia


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