18:06:16 Assolti per non aver commesso il fatto Mario Camasso e Michele Degli Schiavi, per i giudici della corte di assise di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Roberto Donatiello, non sono gli assassini di Giovanni Invito.
La sentenza è stata emessa nel pomeriggio dopo le arringhe dei difensori, gli avvocati Francesco Liguori e Nicola D'Angelo, che hanno sgretolato le tesi accusatorie.
Il pubblico ministero Armando Bosso aveva chiesto venticinque anni di reclusione per entrambi gli imputati. Sull'omicidio di Giovanni Invito, avvenuto in piazza Duchi degli Abruzzi il diciassette ottobre del 2007 , e indagini si erano concentrate su Camasso sin da subito, ma senza elementi solidi il pubblico ministero Giovanni Cilenti nel 2009 chiese l'archiviazione delle indagini che vengono riaperte nel luglio del 2020, allorquando il cugino della vittima, Antonio Invito, si presenta spontaneamente ai carabinieri e dichiara che Michele Degli Schiavi, durante il Capodanno del 2017 o del 2018, gli aveva confidato di aver ucciso insieme a Camasso il cugino Giovanni.
La difesa ha dimostrato che Degli Schiavi a Capodanno del 2017 si trovava in altra località e nel 2018 era detenuto. È stata contestata anche la genuinità delle dichiarazioni di Achille Pagliuca, che determinano ad ottenere lo status di collaboratore, solo dopo la riapertura delle indagini ha parlato dell' omicidio Invito, mentre nei primi interrogatori aveva negato di essere a conoscenza di fatti di sangue. Altro elemento debole dell' accusa le dichiarazioni del pentito Cascarino che prima accusa il fratello Giovanni di aver ucciso invito, poi nel 2019 fa il nome di un Casalese come esecutore materiale e, infine, nel 2020, alla riapertura delle indagini, cambia ancora versione dei fatti e fa i nomi degli attuali imputati. Camasso ha appena finito di scontare una pena di sedici anni e quindi potrebbe essere scarcerato. Ieri è stata assolta dall'accusa di minacce ad Antonio Invito, connesse al processo principale, anche Jessica Invito moglie di Degli Schiavi e cugino di secondo grado della vittima.
Giovanni Maria Mascia
