12:11:45 Per 1654 giorni Costantino Diana, quarantacinque anni di Casapesenna, è rimasto privo di una sufficiente idratazione, i due litri di acqua minerale forniti dal carcere di Santa Maria Capua Vetere non erano sufficienti a sopperire alle gravi carenze relative al' erogazione dell'acqua dai rubinetti, risultata di color rossastro e giallastro e a volte maleodorante.
I giudici del tribunale di Sorveglianza di Venezia hanno riconosciuto un indennizzo di 13.232 euro all' esponente del clan dei Casalesi, accogliendo l'istanza del difensore, l'avvocato Ferdinando Letizia. Per il collegio presieduto dalla dottoressa Linda Arata è stata lesa la dignità del detenuto in quanto non sono state rispettate esigenze fisiologiche strettamente connesse alla salute del 'carcerato'.
In prima istanza la richiesta risarcitoria era stata respinta dal Tribunale della Sorveglianza di Padova che aveva ottenuto dal Garante della Regione e dall'Asl ampie garanzie sulla qualità dell' acqua sottoposta a periodici controlli da parte dell'Arpac. L'acqua viene presa da due pozzi. Per il tribunale veneziano le rassicurazioni non sono sufficienti visto che nella cucina del carcere Uccella viene utilizzata l'acqua dell'acquedotto e che ai detenuti vengono consegnate bottiglie di due litri ogni giorno (quattro nel periodo estivo). Già in passato i detenuti del carcere hanno lamentato problemi circa l'insufficiente erogazione dell' acqua calda nelle celle e dell' acqua nelle docce.
Giovanni Maria Mascia