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11:05:54 E’ bufera sulla realizzazione di un impianto per il trattamento dei rifiuti previsto tra Piedimonte Matese ed Alife in territorio di Piedimonte.

L’opera è stata pianificata attraverso la delibera di giunta di Piedimonte numero 22 dell’8 marzo scorso e ha scatenato l’ira del comitato civico Pomerium che contesta la compatibilità ambientale di un impianto che a detta dei cittadini sarebbe altamente impattante per la comunità.

Il Comitato, infatti, ha prodotto ricorso al Tar contro la delibera attraverso l’avvocato Mariolina Bisceglia con un’istanza firmata dal cittadino Renato De Lellis così come prevede la legge (i comitati di scopo come tali non possono presentare ricorso).

Diversi i rilievi sollevati dalla professionista matesina contro la delibera. In primo luogo la Bisceglia ha evidenziato come ci sia una conflittualità tra quanto riportato nel progetto esecutivo e quanto previsto dalla delibera.

«Stando a quanto esposto nella delibera impugnata, il polo impiantistico sarebbe destinato al “recupero i materiali provenienti dalla raccolta differenziata, con particolare riferimento alla selezione e valorizzazione di imballaggi a fine vita o frazioni similari, dei rifiuti ingombranti e dei RAEE; nell'impianto sarà previsto anche un impianto per la riduzione volumetrica della frazione umida dei rifiuti prodotti nel comune, ivi compreso i rifiuti da attività di giardinaggio e le sabbie di spazzamento, al solo fine di garantire un adeguato stoccaggio, riducendone la volumetria, in caso di eventi imprevedibili che impediscano il conferimento, per un massimo di 48 ore;” – si legge in un passaggio del ricorso - ma tale destinazione è in stridente contrasto con quanto contenuto a pag. 7 della Sezione Sicurezza del progetto di fattibilità dove alcune tipologie di rifiuti sono chiaramente da classificare come pericolosi e sono: 12. solventi (codice CER 20 01 13*); 13. acidi (codice CER 20 01 14); 14. sostanze alcaline (codice CER 20 01 15); 15. prodotti fotochimici (20 01 17); 16. pesticidi (CER 20 01 19); 17. tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio (codice CER 20 01 21); 18. rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (codice CER 20 01 23, 20 01 35 e 20 01 36); 19. oli e grassi commestibili (codice CER 20 01 25); 20. oli e grassi diversi da quelli al punto precedente, ad esempio oli minerali esausti (codice CER 20 01 26*); 21. vernici, inchiostri, adesivi e resine (codice CER 20 01 27 e 20 01 28); 22. detergenti contenenti sostanze pericolose (codice CER 20 01 29); 23. detergenti diversi da quelli al punto precedente (codice CER 20 01 30); 24. farmaci (codice CER 20 01 31 e 20 01 32); 25. batterie e accumulatori al piombo derivanti dalla manutenzione dei veicoli ad uso privato, effettuata in proprio dalle utenze domestiche.

E che in detto impianto vengano lavorati, a questo punto si può dire prevalentemente, rifiuti pericolosi è confermato dallo stesso progetto di fattibilità dove a pag. 6 della relazione tecnica espressamente è stabilito che “Per i rifiuti pericolosisaranno rispettate le norme che disciplinano il deposito delle sostanze pericolose in essi contenute. I contenitori o i serbatoi fissi o mobili saranno dotati di adeguati requisiti di resistenza, in relazione alle proprietà chimico-fisiche ed alle caratteristiche di pericolosità dei rifiuti stessi, nonché sistemi di chiusura, accessori e dispositivi atti ad effettuare, in condizioni di sicurezza, le operazioni di riempimento, di travaso e di svuotamento.” ed a pag. 6 della Relazione generale del detto progetto di fattibilità dove è affermato che “La struttura del centro di raccolta comunale prevede, in generale...........: zona di conferimento e deposito di rifiuti pericolosi, protetta mediante copertura fissa o mobile dagli agenti atmosferici, attrezzata con contenitori posti su superficie impermeabilizzata e dotata di opportuna pendenza, in modo da convogliare eventuali sversamenti accidentali ad un pozzetto di raccolta, a tenuta stagna; in alternativa ciascun contenitore destinato al conferimento dei rifiuti liquidi pericolosi avrà una vasca di contenimento con capacità pari ad almeno 1/3 di quella del contenitore;”Alla luce di quanto sopra esposto, con un chiaro sviamento di potere si vuole far passare per un polo comunale dei rifiuti non pericolosi, un vero e proprio sito di lavorazione e trasformazione di rifiuti pericolosi».

Non solo altro aspetto controverso è rappresentato dai beneficiari dell’impianto. Anche qui, da una parte si dice che l’opera servirà Piedimonte, ma dall’altro viene sottolineato nel progetto esecutivo come la stessa servirà «Piedimonte e altri.. ».

Dubbi sono legati anche alla localizzazione in quanto i ricorrenti evidenziano come l’impianto sorga all’interno del centro abitato e a pochi passi dal futuro polo scolastico che l’amministrazione guidata dal sindaco Vittorio Civitillo vorrebbe realizzare nell’area dei Salesiani.

Altro aspetto non marginale è rappresentato dalla quantità di rifiuti, 85mila tonnellate sono certamente ben al di sopra del volume dei rifiuti che il Comune di Piedimonte può produrre in un anno.

I ricorrenti sottolineano poi come la stessa viabilità non sia adeguata a supportare un incremento di traffico veicolare che con la presenza dell’impianto si avrebbe nella zona in quanto la provinciale su cui ricadrebbe il peso dei mezzi già attualmente non riesce a garantire la circolazione.


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