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12:23:44 CAPUA. Paolo Romano, lei ritorna in campo alla guida di una coalizione civica come candidato sindaco di Capua. Il suo sarà un ‘civismo puro’ o un ‘civismo di area’ di centrodestra vista la sua storia personale?

«La mia sarà una coalizione civica di moderati in perfetta continuità con quella che è stata la mia storia politica passata. Non rinnego nulla di quella che è stata la mia precedente esperienza politica. Sono stato espressione del centrodestra, ma di un centrodestra moderato lontano, dagli estremismi. La coalizione che mi sosterrà avrà esattamente queste caratteristiche: sarà moderata e distante sia dagli estremismi di destra che da quelli di sinistra».

Ci sarà spazio per i simboli di partito nel suo progetto?

«E che senso ha parlare di simboli di partito? Mi sa dire che battaglie politiche o valoriali stanno portando avanti i partiti di centrodetra in provincia di Caserta? O quali sono quelle che hanno portato avanti negli ultimi anni nell’interesse dei cittadini e del territorio? Sono anni che i partiti sono dei semplici contenitori vuoti che non badano ad includere, ad allargare la base, ma pensano e preservare solo la posizione di pochi. A Capua non c’è nessuna forza di centrodestra, o presunta tale, che sta lavorando per scendere in campo con un proprio simbolo nella prossima tornata amministrativa. Non c’è nessuno che si è posto il problema del ‘simbolo’. Visto che si avvicinano le elezioni politiche, chi guida i partiti si sta affannando solo ad organizzare qualche ‘convegnuccio’ in modo da portare a Roma un po’ di rassegna stampa e qualche fotografia per dimostrare che ha fatto qualcosa in modo da conservare il proprio posto... Non è questo il compito che dovrebbero avere i partiti e, in questo momento, non ha senso porsi il problema della loro presenza».

Dal 2016 ad oggi prima con Centore, poi con Branco le grandi attese che si erano venute a creare intorno ai sindaci sono evaporate molto presto con la fine anticipata delle due amministrazioni. Cosa è mancato ai due sindaci per dare stabilità a Capua?

«Diciamo subito che i problemi che ci sono nascono dalle amministrazioni che hanno preceduto quelle di Centore e di Branco. Il generale vince per dare uno stacco netto con i dieci anni di gestione Antropoli. Noi stessi abbiamo sostenuto quell’esperienza. Purtroppo l’inesperienza politica del generale e l’incapacità di coinvolgere nella gestione amministrativa chi esperienza e conoscenze le aveva ha determinato la fine anticipata di quell’esecutiva. Con l’esecutivo Branco, primi segnali di ripresa amministrativa si sono avuti. Progetti sono stati realizzati e programmati. Non va sottaciuto che la forza trainante delle due amministrazioni era il Partito democratico e che la candidatura che oggi è stata presentata come estemporanea, in realtà parte da lontano ed è stata preparata già nelle precedenti giunte... ».

Lei conosce benissimo Adolfo Villani...

«Certamente, è una persona che stimo, ma della quale non condivido nulla. La sua candidatura parte da molto lontano... ».

E’ indubbio che sul suo nome il centrosinistra è riuscito a fare sintesi, cosa che, invece, non ha avuto la capacità di fare il centrodestra che scende in campo spaccato...

«Il centrosinistra è molto più spaccato del centrodestra, basterebbe dire che la coalizione non si chiama centrosinistra ma Fronte progressista... Abbiamo il Pd con delle liste civiche. Il Movimento 5 stelle è un movimento... Oggi il Pd non può far finta di nulla rispetto a quanto accaduto negli ultimi anni, in quanto è stato il partito di riferimento delle ultime due amministrazioni».

Si è parlato di un’interlocuzione tra il suo gruppo e quello dell’avvocato Brogna: come stanno le cose?

«Dal gruppo dell’avvocato Brogna mi hanno chiamato e mi è sembrato giusto confrontarmi. Devo dire che c’è una visione politica nel progetto e ci sono idee di qualità. Non abbiamo trovato però i presupposti per fare insieme questo percorso politico».

La sua candidatura a Capua rappresenta l’occasione ‘per rientrare nel giro’ e puntare a traguardi politici più prestigiosi…

«Il mio obiettivo è quello di aprire un ciclo di dieci anni. Se i cittadini lo riterranno, vorrei fare il sindaco per due mandati. La mia carriera politica è cominciata a Capua e qui a Capua vorrei chiuderla».

Sino ad oggi è stato abituato a guardare alla sua città dalla Regione, oggi la visuale è opposta. La città di Capua per anni ha avuto lei, Villani e Antropoli in ruoli apicali extracomunali, poi più nulla. Come ci si relaziona con gli enti sovracomunali e pensa che l’assenza di figure come le vostre dallo scacchiere abbia determinato i problemi che oggi ha la città?

«Non c’è dubbio che Capua deve recuperare quella centralità che ha avuto negli anni scorsi. Ci tengo subito a dire che io farò il sindaco per Capua non a Capua. La preposizione è importante perché indica un metodo di lavoro. E’ chiaro che c’è bisogno di avere un’interlocuzione con gli enti sovracomunali facendo sentire con autorevolezza la voce di Capua».


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