21:11:40 CASERTA. Si trova in una situazione di stallo al limite del clamoroso il Partito democratico della Provincia di Caserta.
Nell’assemblea provinciale convocata dal presidente Camilla Sgambato che si è svolta sul finire dello scorso anno il partito casertano aveva provato a porre il problema del tesseramento per aprire successivamente la fase congressuale.
Allo stato l’ultimo tesseramento che si può considerare valido per il Pd è quello del 2019 che fa riferimento, però, ad un partito che, nei fatti, non esiste più stante la nascita di Italia Viva e l’ingresso e l’uscita di scena di altri personaggi.
Il tesseramento del 2020 è ancora sub judice, mentre quello del 2021 non si è mai aperto.
Da Roma, per riportare il Pd su un binario di regolarità avevano dato indicazione di bypassare il 2021 che, quindi resterebbe senza tesseramento, e di procedere con il 2022 in modo da avere un tesseramento relativo all’anno in corso.
A tale indicazioni avrebbero dovuto però fare seguito le modalità con cui procedere al tesseramento in modo da avviare anche la fase congressuale.
Questa seconda fase, almeno per il momento, non c’è stata con il Partito democratico che si trova nuovamente ingessato tra burocrazia e faide interne.
Se non si apre il tesseramento 2022 infatti sia i circoli che il provinciale non possono procedere all’elezione del nuovo segretario non esistendo una platea di riferimento.
La questione tesseramento ha avuto anche un’altra conseguenza: l’assenza di provvedimenti rispetto a figure che hanno assunto una posizione differente rispetto a quella che è la linea del partito provinciale. Il discorso vale per il circolo di Sessa Aurunca, dopo la rottura che c’è stata in occasione delle ultime amministrative tra Gennaro Oliviero, Silvio Sasso e Massimo Schiavone, quello di Aversa dove il gruppo dirigente è spaccato in due tra sostenitori e oppositori del sindaco ed è successo in occasione delle provinciali quando uomini di punta come i sindaci di San Nicola la Strada e Casapesenna Vito Marotta e Marcello De Rosa hanno deciso di non candidarsi nella lista del partito a sostegno di Antonio Mirra presidente, ma hanno preferito sostenere il presidente uscente Giorgio Magliocca.
Non esistendo un tesseramento, non possono esistere anche sanzioni così come è accaduto nel recente passato a Marcianise.