20:14:27 CASERTA. Presidente Magliocca, per la prima volta, da quando è partito il nuovo corso della Provincia, un presidente completa il mandato: è tempo quindi di bilanci per lei. Qual è la cosa di cui lei va più fiero?
«Sicuramente che in questi quattro anni non è salito una volta un carabiniere o un poliziotto nei nostri uffici. Abbiamo lavorato in maniera trasparente e lineare restituendo credibilità ad un ente senza abdicare alla nostra funzione politica. Tutti hanno avuto la possibilità di lavorare nell’interesse della comunità portando risultati. In più abbiamo riattivato la fase della programmazione guardando al futuro di questo territorio. Abbiamo ottenuto finanziamenti per ventisette scuole. Non si tratta di piccoli interventini, ma di lavori strutturali che consentiranno la messa in sicurezza di tali istituti. Siamo stati bravi a mettere in campo una capacità di progettazione efficace che ci ha consentito di non lasciare per strada praticamente nessuna opportunità».
Non sono stati anni facili sul piano economico, la dichiarazione di dissesto ha condizionato la sua attività...
«Ricordo a me stesso che appena ho messo piede nella Provincia non riuscivamo nemmeno a pagare i dipendenti e correvamo il rischio di dover chiudere le scuole perché non erano a norma. Nonostante tutto non ci siamo arresi riuscendo a rimettere la macchina amministrativa sui binari della normalità. In quattro anni abbiamo portato un bilancio che aveva un debito di 120 milioni di euro ad essere in attivo grazie al lavoro e al sacrificio di tutti. Nonostante l’azione di risanamento che siamo riusciti a completare, abbiamo avuto la capacità di essere comunque presenti con interventi importanti nel campo delle strade e dell’edilizia scolastica, giusto per fare qualche esempio. Abbiamo svolto un’azione di monitoraggio importante sul piano ambientale supportando l’attività della Procura».
Qual è il vostro impegno in ambito ambientale?
«I buoni risultati che sta raccogliendo il protocollo sulla Terra dei fuochi è anche merito nostro con le azioni di rilevamento che si stanno facendo».
La vicenda ponti, sono diversi gli interventi che la sua amministrazione ha effettuato nel quadriennio.
«Nel 2017, prima ancora che si consumasse la tragedia del ponte Morandi a Genova, decisi di costituire la commissione ponti con l’Università. Abbiamo effettuato un censimento di tutte le strutture presenti sul territorio provinciale e un’analisi delle condizioni strutturali di ciascuna infrastruttura. Questo lavoro ci ha permesso di programmare una serie di interventi di messa in sicurezza, ma anche di abbattimento e di ricostruzione delle infrastrutture sempre nell’interesse della nostra comunità. Dove è stato necessario abbiamo ridotto il carico da sopportare introducendo sensi di marcia alternati. In altri casi abbiamo impedito completamente il transito dei mezzi per timore di crolli in attesa dei lavori. Credo che quell’azione sia stata lungimirante visto quello che è accaduto a Genova dove all’improvviso il crollo ha portato via diverse vite umane».
In questi quattro anni non si può parlare di un’opposizione alla sua amministrazione, dal momento che ha sempre governato con forze di centrosinistra che, almeno sulla carta, sono lontane dalla sua posizione politica. Come è riuscito a trovare questa intesa sul ‘modello Draghi’?
«C’erano due modi per poter andare avanti, uno era quello di far prevalere le logiche di appartenenza partitica andando ad ingessare l’attività amministrativa e l’altro era quello di mettere in campo un’azione condivisa nell’interesse del territorio. Ho sempre detto a tutti che qualora mi fosse stato portato un progetto valido per la cittadinanza non avrei avuto alcun problema a sostenerlo e a supportarlo. E così è stato. Chi si è impegnato e ha prodotto soluzioni valide ha portato a casa risultati politici importanti. Questa è stata la forza di tutti. Grazie a questo modello serio oggi la Provincia è un ente che può tornare a pensare a fare investimenti e progettazioni ambiziose».