CASAGIOVE. È di nuovo crisi in casa Partito Democratico di Casagiove. A pochi mesi dal Congresso, che ha visto eleggere quale Segretario Politico Giuseppe Nardo, il circolo si spacca ancora una volta. Dopo Gaetano Moretti anche Salvatore Favenza, pur rimanendo iscritto al Pd, si allontana dal gruppo Dirigente locale.
Favenza e Moretti si erano già evidenziati nella campagna elettorale per le Regionali appoggiando la candidatura di Lucia Esposito e riportando un risultato lusinghiero di ben 294 preferenze.
Abbiamo incontrato entrambi ed in un’intervista congiunta ci hanno spiegato le ragioni dell’ennesima rottura democratica.
Signor Favenza, può spiegarci le ragioni di quest’ulteriore stallo?
«Due parole sintetizzerebbero il tutto: incompatibilità politica. I motivi sono molteplici ma, per esempio, uno è che solo a pronunciare la parola Sinistra nel Direttivo, nel migliore dei casi, a qualcuno viene l’orticaria mentre per molti è momento di rivolta. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la questione del Cinema Vittoria. Un gruppo di cittadini ha deciso di fare una petizione popolare nel tentativo di salvare la sala cinematografica e restituirla quale bene comune alla cittadinanza casagiovese. Ma a questa Amministrazione e, soprattutto, a chi gestisce casa Pd, la cosa non è andata giù, avendola considerata solo una vetrina per alcuni personaggi e rinnegando il ruolo socio-culturale che il Cinema ha rivestito per la città negli ultimi cinquanta anni».
Per lei, signor Moretti, cosa ha scatenato questo tumulto?
«Tramite Salvatore avevamo cercato di portare in Direttivo una richiesta, avallata dal Segretario Organizzativo Provinciale Franco De Michele, di integrazione con la mia presenza dell’organo dirigenziale al fine di migliorare la stessa strutturazione del circolo. La proposta, che ricordo non essere in contrasto con lo Statuto del Partito, è stata bocciata, bloccata e persino minacciata infondatamente di denuncia. Come al solito, pur di tenere lontano chi la pensa diversamente, si utilizza qualsiasi mezzo. Ma del resto non c’è nulla da commentare, di questo circolo non si può condividere la linea politica in quanto essa è completamente assente».
Solo pochi mesi fa si è celebrato il Congresso, perché ora mettere tutto in discussione?
«Avevamo deciso di rinnovare ma come lo si può fare in un partito in cui se non ci fossero i due giovani democratici l’età media non si abbasserebbe dalla sessantina ed in cui il segretario politico è un ultra settantenne. Ma non importerebbe nemmeno l’età se solo si avesse una mente dinamica e si fossero accantonati gli steccati delle epoche trascorse. Non possiamo guidare un partito nel nuovo millennio con un’ideologia, quella democristiana, che ha dimostrato tutto il proprio fallimento alla fine di quello vecchio».
Signor Favenza, qual è la posizione dell’attuale gruppo dirigente democratico sulle questioni quotidiane della città?
«Si è ormai completamente appiattiti sull’Amministrazione e sulla scorta delle loro inefficienze non si fa nulla. L’assenza totale di una visione politica viene dimostrata dal suo imbarazzante silenzio verso anche le più piccole cose. I consiglieri comunali, soprattutto quelli vicini al Pd, non hanno neppure la voglia di impegnarsi e di sensibilizzare la popolazione sui temi importanti quali il Cinema, ultimo baluardo della cultura in città».
Cosa farà adesso che non fa più parte dei dirigenti Pd?
«Certamente con la mia decisione di abbandonare il Consiglio Direttivo non lascio il Partito Democratico, al quale ho aderito appieno in coerenza con la mia storia politica personale. Ma questo circolo cittadino non ha nulla a che vedere con le idee e le fondamenta di questo partito. Non lascio l’impegno nel sociale poiché sono legato a Libera, l’associazione di Giuseppe Vozza e faccio parte attivamente del Consiglio d’Istituto del Comprensivo Moro-Pascoli. Nel rispetto delle mie idee considero la politica un impegno verso i problemi della gente».
E lei, signor Moretti?
«Per fortuna il centrosinistra non si ferma a via Ferrante, vi sono altre realtà in cui chi si senta di sinistra, sia come storia politica che sindacale, può ancora riconoscersi».
Uno sguardo al futuro, cosa pensa delle Amministrative 2016, Favenza?
«Nell’aria si respira che le candidature a Sindaco siano sempre quelle vecchie e con le antiche ricette. Non ho nulla contro chi pretende di avere una storia ed una tradizione in città ma vorrei solo che avessero delle idee di come migliorare le sue condizioni. Sono altresì convinto che esistano forze sane sul territorio che, tralasciando le loro disuguaglianze, potrebbero unirsi per il bene comune e fare molto di buono. Ma pur tuttavia credo che, finché i riformisti si fermeranno a fare da portatori d’acqua ai mulini altrui, nulla mai potrà migliorare».
Qual è il suo giudizio verso il circolo pd locale, Moretti?
«Considero, quello che impropriamente si fa chiamare Partito Democratico di Casagiove, un gruppetto di amici che si riunisce con il solo ed unico scopo di non mollare i propri tentacoli dal comune e provare a vincere ancora una volta le prossime amministrative».
Il suo, Favenza?
«Siccome alcuni personaggi sono i proprietari del simbolo Pd credono di essere autorizzati a fare qualsiasi cosa. Non permettono neppure che vi possa essere un’opinione diversa dalla loro, ogni qualvolta in direttivo si è alzata una voce fuori dal coro sono partiti gli ostracismi e le derisioni. Ci si è persino appiattiti nell’uso del solo internet quale mezzo di proselitismo abbandonando quello che per me è l’unico mezzo per ascoltare e cercare di porre rimedio ai veri problemi della gente comune: stare nelle piazze e tra le strade. La mia sofferta decisione di abbandonare il Direttivo del circolo sta proprio in questo, vorrei essere circondato da persone serie che non abbiano paura di sentirsi dire cose diverse da ciò che dettano. Voglio un partito che non abbia bisogno di pappagalli senza cervello».
Luigi Di Costanzo
