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CASERTA. Edgardo Ursomando si torna alle urne dopo la fine anticipata dell’amministrazione Del Gaudio. Che Caserta andrà al voto?

«Mi auguro che andrà al voto una città che ha raggiunto la consapevolezza di dover scegliere dei rappresentanti in maniera libera, svincolata da vecchie logiche. Spero che ci sia un voto autonomo, non comprato, né condizionato da vecchie e nuove promesse. C’è la necessità di cominciare una nuova stagione in città che rompa con tutto questo, altrimenti non riusciremo mai a risollevarci dal baratro in cui siamo piombati».

Lei come si colloca?

«Per coerenza nel centrosinistra. Io sono un moderato meridionalista. Sono stato eletto nel centrosinistra ed è giusto che prosegua la mia esperienza lì. Ho avuto contatti anche con alcuni consiglieri regionali con i quali ho aperto un ragionamento. La mia esperienza di amministratore mi ha insegnato che, quando si fanno delle proposte o si portano avanti delle battaglie, è utile avere dei riferimenti extracomunali anche se, lo schema dei partiti, allo stato attuale non mi si addice. E’ per questo che, comunque, mi candiderò in una lista civica di centrosinistra. Oltre a guardare alle amministrative, in questo momento, sto anche realizzando il sogno di far partire un’associazione. Con gli amici di sempre siamo riusciti a costruire Parallelo 41 che prende le mosse da Caserta, ma che si pone l’ambizioso obiettivo di andare anche oltre, che ha lo scopo di promozionare il territorio attraverso le sue eccellenze, la cultura, l’enogastronomia, senza dover passare necessariamente, per quelle oligarchie che gestiscono, in qualche caso, anche in maniera improduttiva, questi fenomeni».

Questo significa che è pronto il suo contenitore per le comunali?

«Assolutamente no. L’associazione e la politica sono due momenti che non si devono confondere. E’ chiaro che, se dovessi essere eletto, l’associazione avrà il suo spazio inteso come proiezione culturale, ma non ci sarà nessuna lista alle comunali con il nome di Parallelo 41. Già in questa amministrazione ho promosso dei tavoli con le associazioni avviando con loro un lavoro importante».

Lei parla da uomo di centrosinistra, ma in molti hanno dichiarato che lei è stato, in alcuni tratti vicino alla maggioranza Del Gaudio in questi quattro anni e mezzo...

«Ho cercato di convidere delle questioni programmatiche per portare dei risultati concreti alla città. L’opposizione non è solo quella degli urlatori. Non ho mai creduto in questo modo di fare politica. Credo che, a prescindere, il nostro compito debba essere quello di realizzare delle cose e, per fare ciò, si debbano perseguire tutte le vie consentite. Agli atti del consiglio comunale, ci sono dei regolamenti, delle proposte realizzate dal sottoscritto con questo modo di fare che rappresentano degli atti concreti. Il fatto, poi che io sia stato all’opposizione, lo testimonia l’essere stato tra i promotori delle dimissioni che hanno determinato la fine dell’amministrazione Del Gaudio».

Come si sceglie il nuovo sindaco del centrosinistra? Crede che le primarie siano la strada giusta?

«Le primarie sono la strada più sbagliata soprattutto a Caserta. Trovandoci di fronte a primarie libere, avremmo delle consultazioni sicuramente inquinate dalla presenza di chi sarà alla nostra opposizione, sperando di riuscire a vincere le amministrative, o, comunque, condizionate dalla nostra controparte. Oggi c’è bisogno di una scelta collegiale, cinica, di una persona che ha la capacità di aggregare consenso e la forza di governare con autorevolezza la città».

Stiamo assistendo ad una serie di riposizionamenti degli assetti politici cittadini. Chi devono essere i vostri compagni di viaggio?

«Credo sia opportuno fare delle scelte chiare anche non necessariamente funzionali al risultato finale. Chi è stato protagonista di determinate condotte di cui la stampa locale è piena, non può far parte della nostra squadra, anche se questo vuol dire dover rinunciare a mille voti... C’è una fetta importante di città che deve essere coinvolta e che deve essere protagonista dello sviluppo di Caserta. Ci sono tante persone che non si sono mai candidate e che, certamente, possono dire la loro nell’amministrazione della città. Soprattutto per i primi due anni, si può puntare su tecnici per ruoli chiave se non si dovessero trovare dei politici».


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