19:08:45 Cari amici, come sempre mi confronto con voi, su temi di attualità locale. Leggevo sabato scorso, su un quotidiano on line, "Oratorio Salesiano di Caserta ...no alla chiusura....".
Un argomento in questo momento di pandemia , forse secondario, ma certamente non da poco.
Questa città, da alcuni definita "distratta", troppe volte sorda ed ignava, ha la memoria corta , dimentica spesso, anche un pezzo della propria storia , del presente, ed auspico del futuro.
Tante generazioni di casertani sono passate dall'Oratorio Salesiano, abbiamo condiviso estenuanti partite di calcio, il cinema, il teatro, gite, il semplice incontrarsi e stare bene insieme, in un luogo che sentiamo tutt'ora come nostro, momenti di vita quotidiana davvero indelebili.
Non solo luogo di gioco, di svago, ma ensemble alla fede sincera , trait d'union a cultura e formazione condivisa. Connubio indissolubile, unica ratio degli insegnamenti di Don Bosco, personaggio straordinario.
Sinceramente non riesco a comprendere ,quali siano le dinamiche che hanno portato al rischio serio, che venga meno uno spazio di socialità come l'Oratorio, ma credo invece che vi siano tutti i margini perchè ciò non avvenga. Le regole si rispettano, le sentenze anche, ma lo spirito di comunità ed il buon senso dei tanti, spero siano le discriminanti positive in questa fattispecie.
Questo è il momento di non voltarsi dall'altra parte, di essere responsabili, rispondendo all'appello del Direttore Don Antonio D'Angelo. Da tempo, vi racconto di una Caserta irriconoscibile, città decadente ormai da anni, in un silenzio assordante e colpevole, senza che vi sia un risveglio reale e concreto.
Questa può essere l'occasione di rialzare la testa, scrollarsi di dosso un immobilismo atavico, e dare finalmente un segnale chiaro di civitas attiva.
Tutti noi abbiamo dei figli, dei nipoti, non permettiamo che chiudano l'Oratorio, perderebbero uno spazio in cui divertirsi e crescere con valori sani, e sarebbe l'ennesima sconfitta dei casertani "distratti".
Umberto Marzuillo