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17:38:43 Rinviare l’attuazione delle nuove regole di Basilea IV (relative soprattutto ai nuovi standard patrimoniali delle banche europee) alla luce della situazione economica determinata dall’epidemia di Covid-19.

E’ questa la richiesta presentata formalmente dall’Associazione delle Banche Cooperative Europee (EACB) al vice presidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, in una lettera deliberata dal Board dell’EACB (di cui fa parte anche Federcasse tramite il Presidente Augusto dell’Erba).

L’emergenza sociale ed economica causata dal Covid-19 – si legge nella lettera dell’EACB firmata dal presidente Berry Marttin e dal segretario generale Hervé Guider - con gli effetti che sta determinando sui sistemi bancari continentali e sulle economie nazionali, impone un ripensamento radicale del previsto recepimento nell’Unione Bancaria degli Accordi di Basilea del 2017 (noti anche come Basilea IV) le cui proposte dovrebbero essere presentate dalla Commissione Europea entro la fine del 2020.”

Nello specifico, le Banche Cooperative europee ritengono come non vi sia ancora piena evidenza dell’impatto reale della pandemia sui sistemi economici e sociali e che, pertanto, sarebbe del tutto prematuro procedere alla revisione delle regole di Basilea per non gravare ulteriormente l’industria bancaria che deve, invece, essere posta nelle condizioni di essere ancora di più uno strumento utile alla ripresa.

Ad oggi, ricorda ancora l’EACB, per effetto della crisi (che potrà determinare un costo in termini di riduzione di capitale tra i 280 e i 350 punti base per il settore bancario europeo) vi sarebbe bisogno di capitale aggiuntivo per oltre 500 miliardi di euro. Se si attuassero oggi le regole di Basilea IV, si ridurrebbe quindi di oltre 7 mila miliardi di euro la capacità di prestito delle banche europee.

Sono necessarie per questo, secondo l’EACB, ulteriori e più approfondite valutazioni sull’impatto economico della pandemia “che vadano oltre il solo tema dell’adeguatezza patrimoniale delle banche europee”.

“Un aumento significativo dei requisiti patrimoniali – si legge ancora - avrà effetti negativi, soprattutto perché le banche europee dovranno ricostruire i loro buffer di capitale, per effetto della pandemia, in un contesto di bassi tassi di interesse. “Temiamo

– sottolinea l’EACB - che questo possa ostacolare seriamente una ripresa rapida e sostenibile, rischiando di compromettere la resilienza del settore finanziario”.

Da ultimo, la previsione di una valutazione di impatto delle nuove regole basata su dati al giugno 2020, per l’EACB non appare realistica. Le stesse previsioni economiche della Commissione Europea, si legge ancora, prevedono una lenta, graduale, ripresa economica solo dal 2021, mentre per la Banca Centrale Europea un recupero della situazione ante Covid-19 si potrà avere solo dal 2022. In questo contesto, i crediti deteriorati (NPL) sono destinati inevitabilmente a crescere. Da qui la richiesta, prima di procedere alla revisione degli accordi di Basilea, di poter attendere i dati reali degli effetti della pandemia almeno alla fine del 2020 o, meglio ancora, al primo semestre 2021.

Per Federcasse, la richiesta dell’EACB, discussa negli organismi di vertice dell’Associazione, assume anche una valenza di carattere politico. “Non appesantire in una fase di crisi senza precedenti l’industria bancaria nella delicata e lunga fase della ripresa economica – ha detto il presidente Augusto dell’Erba – significa non fiaccare le energie delle imprese nella ripresa economica che dovrà per di più innovativamente coniugarsi con le transizioni ecologica e digitale di per sé impegnative anche in tempi normali”.

“Rinviare di un tempo adeguato il recepimento di Basilea IV e impostarlo con una logica regolamentare realmente ispirata ai princìpi di adeguatezza, proporzionalità e sussidiarietà – prosegue il presidente di Federcasse - sarebbe l’approccio gusto in questa fase della storia economica e sociale dell’Europa. Che deve costruire una strada originale per la propria sovranità economica e finanziaria fondata sul lavoro e sulla capacità di accrescere i redditi secondo paradigmi di sviluppo durevole e intergenerazionale”.

“In aggiunta – conclude dell’Erba – sarà necessaria un’azione coordinata per affrontare in maniera organica e anche in questo ambito innovativa il tema della crescita, certa, dei NPL. Occorre provvedere a nuovi parametri di classificazione, trattamento e gestione del credito deteriorato.

Auspichiamo su questo, da parte delle autorità europee ed italiane, la messa a punto di una strategia articolata e funzionale alle politiche di rilancio definite dall’Unione nell’ambito della strategia Next Generation EU”.


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