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17:57:33 “Sulla base dei dati della Protezione Civile in Campania si ravvisa la necessità di intervenire con misure e provvedimenti urgenti che il governo regionale è chiamato ad adottare per fronteggiare l’emergenza contagio da Covid19 e per assicurare appropriate terapie di cura.

Gli ospedali del territorio campano, in particolare quelli della provincia di Caserta, necessitano il potenziamento delle prestazioni sanitarie e di maggiori unità lavorative con i dovuti dispositivi di protezione individuale.

Molti ospedali chiusi, per una politica sanitaria di economia, debbono essere riaperti per la tutela della salute dei cittadini”.

Lo dichiara la senatrice di Fratelli di Italia, Giovanna
Petrenga.

 

Coronavirus: Caldoro, idiozia è essere ultimi su tamponi 

“Campania ultima sui tamponi! È una idiozia farli a tutti come dice qualcuno? L’idiozia è essere ultimi in Italia. Così Stefano Caldoro, capo della opposizione di centrodestra in Campania.

“Più tamponi e meno battute e sostegno alle famiglie ed al personale sanitario” conclude 

Coronavirus, Duraccio (Consulenti Lavoro Napoli): Ammortizzatori sociali uguali per tutti e task force di specialisti al governo

NAPOLI. “Se vogliamo davvero sostenere i lavoratori italiani e le loro famiglie bisogna percorrere necessariamente la strada di un ammortizzatore sociale uguale per tutti. Eliminando dalle procedure di richiesta di strumenti di integrazione salariale qualsiasi tipo di accordo o informativa sindacale, perché la chiusura delle aziende per Covid-19 evidentemente non va motivata, prevedendo il silenzio-assenso con l’approvazione delle istanze presentate e un piano straordinario di investimenti nell’economia reale e di finanziamenti in favore delle PMI per creare i presupposti di una ripartenza dell’Italia”.

Lo ha detto Edmondo Duraccio, presidente dei Consulenti del Lavoro di Napoli, al termine degli ‘Stati generali’ della categoria.

“Le misure finora adottate per affrontare l’emergenza causata dal nuovo Coronavirus sono inadeguate e dimostrano la totale sottovalutazione del governo nei confronti delle necessità dei lavoratori, dei professionisti e delle aziende. Le tante incongruenze e incertezze nelle disposizioni di rinvio generalizzato di scadenze e di adempimenti fiscali e contributivi, così come quelle legate alle misure di sostegno per il lavoro, stanno generando confusione e sconforto tra i destinatari delle misure stesse".

In queste condizioni - prosegue Duraccio - anche il nostro lavoro diventa impossibile. Dobbiamo avere a che fare con quattro Istituti con regole e gestioni diverse tra Cassa Integrazione Ordinaria, Fondo di Integrazione salariale(FIS), Fondi dell’Artigianato e Cassa Integrazione in deroga. Si pensi a quella di competenza della Regione regolata da accordi-quadro laddove ci sono Regioni che non ancora lo hanno convenuto e pubblicizzato. E, intanto, si annuncia improvvidamente che entro metà aprile tutti riceveranno i soldi. Ma come si fa a dire una cosa del genere quando le pratiche si presentano, dopo laboriosa preparazione e preventive consultazioni sulle cause della sospensione dal lavoro, a organi diversi: INPS, Regione e gestori dei Fondi dell’Artigianato con i sistemi informatici che spesso vanno in crash”.

“Noi che siamo in prima linea - conclude il numero uno dei consulenti del lavoro partenopei - e stiamo registrando tutti i malumori dei lavoratori, chiediamo con forza la convocazione immediata della Conferenza Stato-Regioni per recepire le medesime modalità di accoglimento delle istanze in tutta Italia e di insediare a cura del Governo una task force di specialisti, tra cui i Consulenti del Lavoro, che elabori sin da ora un piano di interventi strategici per ridurre gli effetti negativi che le misure restrittive adottate avranno sul Pil italiano”.

Coronavirus, “Un reddito di povertà per le fasce più deboli”: Cgil, Cisl e Uil Campania presentano le proposte alla Piattaforma di Sostegno del Presidente De Luca.

Napoli. Individuare strumenti e risorse straordinari da affiancare agli interventi nazionali e sollecitare le sedi governative ed europee, in considerazione della particolare condizione di debolezza della Campania, sulla necessità di risorse aggiuntive per impedire il tracollo di un’intera regione.

È la richiesta principale contenuta nella proposta alla Piattaforma regionale di sostegno alle famiglie che Cgil Cisl, Uil Campania hanno inoltrato al presidente della regione Vincenzo De Luca. Destinatari degli interventi, tutti coloro che non posseggono fonti di sostentamento, in quanto esclusi dalla copertura degli ammortizzatori sociali, dalle indennità previste dal Governo oppure rimasti disoccupati prima ancora del diffondersi dell’epidemia.  

“Già prima del dilagare del Covid-19 – affermano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Campania, Nicola Ricci, Doriana Buonavita e Giovanni Sgambati - il 41,1% della popolazione campana era a rischio povertà. Le misure da mettere in campo dovranno sostenere dunque una rete già fragile, scongiurando il pericolo di qualunque intervento criminale e speculativo da parte di chicchessia e sfruttando l’occasione per far emergere ed estirpare le sacche di illecito e malaffare.

Inoltre – proseguono - gli interventi governativi mirano a dare respiro a una popolazione di lavoratori dipendenti standard, tutelati dai contratti. Condizione che riguarda una parte cospicua ma non esaustiva della forza lavoro della nostra regione, escludendo centinaia di cittadini da qualunque strumento di supporto, spingendoli verso i margini e in una condizione di povertà che senza un intervento tempestivo rischia di divenire stabile”. 

Nel documento i segretari di Cgil, Cisl e Uil danno indicazioni anche su come strutturare la proposta. Il kit di interventi regionali dovrà basarsi innanzitutto su un sostegno economico direttoda erogare tramite buoni per spesa, affitto ed utenze, per una durata di almeno 3 mesi previa presentazione di Isee sociale, la sospensione delle scadenze delle “spese familiari” (quali mutui, fitti, bollette) in favore anche di coloro che percepiscono la pensione minima.

Per la presentazione delle istanze, la Regione Campania oppure l’Inps potrebbero costituire un portale e pensare alla creazione di una card regionale sulla quale caricare gli interventi, d’intesa ed in sinergia con l’Inps le Amministrazioni Comunali.  Centrale è il ruolo dei Comuni, in quanto propaggine dello Stato più vicina ai cittadini e, in quanto tale, in grado di controllare e monitorare le reali situazioni di emergenza. 

Essenziale è il coinvolgimento delle strutture di vigilanza e controllo preposte (Agenzia delle Entrate, Ispettorato del Lavoro, Inps) per porre le basi necessarie all’emersione, una volta superata la fase emergenziale, delle aree grigie e nere dell’economia.

“In tale ottica – concludono Ricci, Buonavita e Sgambati - è quanto mai opportuno valutare la possibilità di condividere un Protocollo, che veda coinvolti Regione, Anci, Inps, organizzazioni sindacali, Confindustria e le altre parti datoriali, e che riassuma le azioni da mettere in campo per fronteggiare l’emergenza, ma anche per iniziare a lavorare in maniera condivisa sulle possibili e prevedibili ricadute socio-economiche e su come attrezzarsi in vista dell’emergere, come già accennato, di nuove sacche di povertà”.

 

Confagricoltura Campania: “A rischio l’ortofrutta della Campania Felix, intervenire per evitare il lockdown del comparto”

Frutta e verdura sono un orgoglio della cucina della Campania Felix e pilastro della dieta mediterranea, riconosciuta dall’Unesco Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. Ma la crisi da Covid -19 ne sta riducendo l’immissione sul mercato e Confagricoltura Campania chiede interventi alla Commissione Ue per il ritiro straordinario di prodotto, al fine di tutelare il comparto.

L’ ortofrutta – evidenzia Confagricoltura Campania - rappresenta circa un terzo del valore della produzione agricola regionale ed il 20% della spesa alimentare. Ed è anche una voce importante dell’export agroalimentare regionale, atteso che a fine 2019 secondo Istat i prodotti agricoli della Campania - da colture permanenti e non permanenti, in netta prevalenza frutta e ortaggi - avevano complessivamente un valore all’esportazione di oltre 147,4 milioni di euro.

In questo periodo le aziende ortofrutticole campane stanno garantendo senza interruzione i rifornimenti ai punti vendita, cosicché sulle tavole non sono finora venuti a mancare ortaggi e frutti di stagione. Ma l’emergenza Coronavirus inizia a destabilizzare anche questo comparto. Le cause sono molteplici: dalla difficoltà di mercato alla logistica, fino alla carenza di manodopera che sta preoccupando non poco gli agricoltori campani.

Attualmente il problema è limitato alle primizie, come le fragole (di cui la Campania è la seconda regione produttrice dopo la Basilicata) mentre l’Italia è il quarto produttore al mondo, con 3.700 ettari coltivati e un export, seppure in flessione, che vale 29,8 milioni di euro), o alla IV gamma, che solo in Piana del Sele vale 2,5 miliardi (in crescita costante del 15% annuo), ed esportata per il 30%.

Ma il timore degli operatori è che l’emergenza si acuisca nei prossimi giorni, quando inizierà la raccolta di zucchine, melanzane, pomodori e peperoni. Confagricoltura Campania pone anche l’attenzione alle esportazioni di ortaggi e frutta, che hanno subito un rallentamento dell’80%, o addirittura si sono azzerate.

Di qui la necessità di misure ad hoc, quale la richiesta alla Commissione UE di poter effettuare un ritiro straordinario dal mercato di prodotti ortofrutticoli e con metodologie da individuarsi in base al momento straordinario, allargando l’attuale elenco e snellendo le procedure, con risorse aggiuntive a quelle dei correnti programmi operativi: come era capitato in passato per altre emergenze sanitarie che avevano colpito il comparto.

Confagricoltura è intervenuta predisponendo alcuni emendamenti al decreto “Cura Italia”, nell’ambito delle misure di sostegno al settore agricolo, quali la previsione di risorse straordinarie di almeno 20 milioni di Euro da utilizzare a supporto di quei comparti ortofrutticoli, come la IV gamma, particolarmente colpiti dall’effetto dell’emergenza COVID-19, prevedendo l’estensione della copertura anche ai produttori non soci delle OP.

Rimane valido, poi, l’invito alla grande distribuzione a fare la propria parte, sostenendo il prodotto italiano in questo periodo di generale difficoltà economica.

Confagricoltura ritiene che la pandemia Coronavirus segni il punto di svolta per riorganizzare la filiera ortofrutticola italiana, che manifesta ancora punti di debolezza a sfavore dei produttori agricoli e di tenuta sui mercati internazionali. Senza contare poi l’organizzazione del lavoro all’interno degli stabilimenti post COVID-19, dove la sicurezza degli addetti necessiterà di ulteriori precauzioni.

Coronavirus, Lamberti (Federlab): "Bando Soresa per reclutamento laboratori sbagliato: decine di centri tagliati fuori"

NAPOLI. "L'avviso pubblicato sul sito di SoReSa, finalizzato ad acquisire la disponibilità dei laboratori di analisi accreditati in grado di effettuare tamponi per il Covid-19, rischia di tenere fuori una miriade di piccole ma validissime strutture in Campania".

Lo dichiara Gennaro Lamberti, presidente di Federlab Italia, tra le principali associazioni di categoria (con più di 2mila le strutture associate su tutto il territorio nazionale) del comparto della laboratoristica e dei centri poliambulatoriali privati accreditati con il SSN.

Sotto accusa, finisce il bando della Regione dove, secondo Lamberti, ci sono "almeno due punti incomprensibili". Il primo, spiega il presidente di Federlab in una lettera indirizzata, tra gli altri, al governatore campano Vincenzo De Luca ed all'ad di Soresa Corrado Cuccurullo, "attiene ai termini troppo ristretti entro cui presentare l'istanza di partecipazione, originariamente fissati alle 12 di stamattina e poi spostati alle 16. Con una dead line così ravvicinata anche strutture di alto livello rischiano di essere tagliate".

Altro aspetto "su cui è lecito manifestare perplessità" è, per il presidente di Federlab "la produttività giornaliera minima richiesta per partecipare alla procedura: l'avviso è, infatti riservato a singoli laboratori che garantiscano un minimo di produttività di 500 tamponi al giorno; mentre per le strutture aggregate in associazione il limite scende ad almeno 300 per ogni singolo associato".

Ora, spiega Lamberti "quel quantitativo minimo non appare in alcun modo proporzionato rispetto alla descritta esigenza. La regione Sicilia, ad esempio, in un'analoga procedura, ha richiesto la capacità di evadere almeno 100 richieste al giorno". E poi, prosegue ancora il presidente di Federlab: "c'è la strada della gara al massimo ribasso. Scelta legittima, per carità, ma che rischia di pagare cara in termini di qualità del servizio". Per Lamberti: "se l'obiettivo doveva essere quello di ampliare al massimo la capacità operative delle strutture, un bando simile, così restrittivo e con quelle tempistiche, equivale a tenerne fuori tantissime".

"La nostra proposta - rilancia Lamberti - resta quella di prima: noi siamo pronti a fare la nostra parte per il conseguimento dell'obiettivo comune di arginare la diffusione del SARS-COV-2, in maniera completamente gratuita". "La Regione - sottolinea il presidente di Federlab - si faccia solo carico di acquistare i kit della stessa tipologia di quelli già acquistati per il pubblico e li passi ai nostri laboratori.

Così noi ci limiteremmo a fare da operatori e l'ente, non pagando le singole prestazioni ma solo il materiale fornitoci, risparmierebbero un sacco di soldi". "In tal modo a vincere saranno tutti: la Regione, i privati ed i cittadini" conclude Lamberti.

M5S, Ciarambino: “Bene apertura a laboratori privati, ma ora cambiamo le procedure per i tamponi”

La capogruppo regionale: “Prelievi anche dopo due settimane perché il protocollo prevede troppo passaggi”

“Siamo contenti che la Regione Campania, dopo nostre pressanti richieste, abbia finalmente deciso di coinvolgere anche i laboratori privati, alla luce di un numero di tamponi ancora oggettivamente scarso rispetto a molte altre regioni. Ma non è chiaro per quale ragione, così come abbiamo più volte proposto con atti a nostra firma, non si sia prima esaurita del tutto la richiesta di tantissimi laboratori pubblici, che da tempo chiedono di essere coinvolti.

Né si comprende perché la manifestazione d’interesse da parte di Soresa sia scaduta dopo appena 24 ore dalla sua pubblicazione. Implementare le strutture adibite all’analisi dei tamponi non risolve comunque il problema a monte, che è quello delle procedure per i prelievi, in quanto ancora macchinose e con troppi passaggi e che continuerà a far registrare tempi biblici, anche fino a due settimane di attesa”. Così la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle e responsabile nazionale sanità Valeria Ciarambino.

“Ora bisogna muoversi con il potenziamento dell’assistenza domiciliare, che in Campania è ferma all’anno zero ma che, se ben organizzata, consentirebbe di salvare molte vite. Nella nostra regione – rivela Ciarambino - il rapporto tra ricoverati in terapia intensiva e ricoverati totali è del 25%, mentre in Emilia, dove l’assistenza domiciliare funziona, è dell'8%.

Questo perché i nostri pazienti arrivano in ospedale quando le loro condizioni sono oramai compromesse. Basterebbe attivare squadre di medici e infermieri e attrezzarli con un fonendoscopio, un saturimetro e un ecografo portatile, così da monitorare lo stato di salute dei contagiati, assistendo a domicilio i casi non gravi e intervenire con ricoveri se i sintomi dovessero rendersi preoccupanti. Una proposta che abbiamo inviato a De Luca da tempo e tra quelle che vorremmo illustrare al governatore in un incontro che abbiamo chiesto oramai da due settimane, senza purtroppo ricevere alcuna risposta”.


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