21:01:41 Sindaco Mirra, si è assunto un’altra bella responsabilità con la presidenza dell’Ato rifiuti...
«Non è una responsabilità mia, ma di tutti i sindaci. E’ bene che tutti gli amministratori comincino a ragionare in maniera differente rispetto alla gestione dei rifiuti. Intendo esercitare questo ruolo in maniera collegiale ed è per questo che ho voluto incontrare tutti i sindaci della provincia per macro-aree per condividere con loro questo modello. Ho trovato un consiglio d’ambito che la pensa come me e che è pronto ad aiutarmi in questa sfida che, ci tengo a sottolineare, è completamente a titolo gratuito dal momento che non c’è alcun compenso per chi riveste questo ruolo e che quindi è stata raccolta da tutti noi con lo spirito di fare qualcosa per questo territorio».
Quali sono le scadenze?
«Innanzitutto c’è da predisporre il bilancio, poi bisogna mettere mano alla costituzione dei sub-ambiti e, ancora, è necessario pianificare la realizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti senza i quali non è possibile avviare una gestione ottimale del ciclo della raccolta e dello smaltimento della spazzatura».
Partiamo dagli impianti, non sarà semplice convincere i suoi colleghi sindaci che nel loro Comune dovranno essere realizzate opere del genere...
«Il campanilismo fine a se stesso non porta da nessuna parte. Le potrei dire, a questo punto che anche io non voglio i rifiuti di alcun comune nello stir a Santa Maria Capua Vetere e, così, ognuno provvede a se... Non è questo lo spirito. A Caserta servono almeno tre impianti per la frazione umida e uno per il multimateriale completamente pubblici. Tali impianti dovranno essere realizzati con le tecnologie migliori e posizionati nelle aree più idonee dopo un attento studio. La collocazione dovrà essere funzionale per tutti e non dovrà causare disagi per il Comune che la ospita».
Cosa sono i sub-ambiti?
«Pensare che ci possa essere una gestione unica per una provincia di circa un milione di abitanti è, certamente problematico. La legge ci consente di realizzare delle strutture intermedie, appunto i sub-ambiti, che avranno le dimensioni più o meno del capoluogo e che si occuperanno della gestione del servizio in più comuni con un notevole risparmio sui costi di gestione».
Perché pensa che ci sarà una riduzione dei costi?
«Banalmente, anziché affidarsi a tante ditte ce ne sarà una sola che si occuperà del servizio per un’area più vasta e, quindi, aumenta il potere d’acquisto del committente. Inoltre si possono risparmiare i costi vivi di mezzi, depositi che diventano unici per più comuni solo per fare qualche esempio immediato».
Questa operazione che costo avrà in termini di posti di lavoro? Sono previsti dei licenziamenti?
«Tutti gli operai cantierizzati saranno assorbiti dall’Ato rifiuti, così come prevede la legge, quindi non cambierà nulla. Anzi, forse ci sarà maggiore stabilità per le maestranze».
C’è stata qualche polemica intorno alla nomina del direttore. Come risponde?
«Il direttore dell’Ato deve essere in grado di redigere un bilancio e di fissare le tariffe per i rifiuti. Sorà vanta un’esperienza importante in entrambe le materie. Si è fatto apprezzare da tutti per la competenza e per la professionalità dimostrata. Nella vita non tutti la possiamo pensare alla stessa maniera, ma, non per questo, chi ha un pensiero diverso nasconde del marcio... Sono stati valutati i curriculum e abbiamo scelto quello più idoneo a questo ruolo».
E’ solo un caso che il direttore è stato dirigente a Santa Maria Capua Vetere?
«Se avessi voluto favorirlo gli avrei prorogato il contratto, come hanno fatto altri, e lo avrei tenuto a Santa Maria quando mi sono insediato se è questo quello che vuole intendere. Ho, invece, bandito un regolare concorso per dirigente che è stato vinto da due persone validissime, un pugliese e un napoletano, che non avevo mai visto prima della conclusione della selezione».
