CASAL DI PRINCIPE. Alle prime ore di stamane, la Polizia di Stato di Caserta ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre esponenti di spicco del clan dei casalesi – fazione Schiavone. Colpiti dal provvedimento Carmine Schiavone, alias Staffone o Carminotto, figlio di Francesco Sandokan, nato il 25 giugno 1983 a Loreto in provincia di Ancona, detenuto; Paolo Panaro, fu Raffaele, nato ad Aversa il primo ottobre 1981, residente a Casal di Principe, pregiudicato; Carmine Iaiunese, alias carciofino, nato ad Aversa il 4 settembre 1978, detenuto, indagati per estorsione aggravata dal metodo mafioso, Panaro anche per concorso in associazione di stampo mafioso. La misura cautelare costituisce l’epilogo di indagini condotte dalla Squadra Mobile di Caserta in relazione ai nuovi assetti dell’organizzazione camorristica che hanno permesso di delineare la figura di Paolo Panaro, fratello di Nicola, detto Nick o Principino, elemento di spicco del gruppo Schiavone, poi divenuto collaboratore di giustizia, legato da vincoli di parentela al boss Francesco Schiavone, alias Sandokan.
Infatti, emergeva che dopo l’arresto del fratello Nicola, operato dalla Squadra Mobile di Caserta il 14 aprile del 2010, dopo un lungo periodo di latitanza, Paolo Panaro aveva assunto un ruolo verticistico divenendo fiduciario di Carmine Schiavone, figlio di Francesco Sandokan, all’epoca reggente della fazione, il quale gli aveva affidato anche la gestione di alcuni affari del clan, quali le scommesse clandestine on line, la riscossione delle estorsione e la distribuzione degli stipendi degli affiliati detenuti in regime di 41 bis. Inoltre, era accertato anche il coinvolgimento di Paolo Panaro e Carmine Iaiunese, su mandato di Carmine Schiavone, in condotte estorsive in danno di un imprenditore di Villa Literno costretto a versare, in occasione delle canoniche scadenze di Natale, Pasqua e Ferragosto, la somma di 1.500,00 euro. Iaiunese era stato già arrestato 16 gennaio 2013 dalla Squadra Mobile di Caserta in esecuzione di un decreto di fermo emesso dalla Dda per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le indagini avevano evidenziato come il giovane, che all’epoca aveva piccoli precedenti di polizia, era divenuto uno dei più fidati luogotenenti di Carmine Schiavone.