SANTA MARIA CAPUA VETERE. Il Giudice Monocratico di Santa Maria Capua Vetere Carla Montanaro, ieri, dopo una lunga camera di consiglio, ha assolto con formula piena ‘per non aver commesso il fatto’ Anna Buonpane, co-titolare della ditta ‘Gino Traslochi’ ed un suo amico Vincenzo Ianniello, entrambi di Santa Maria Capua Vetere, accusati dell’incendio doloso di un’autovettura.
Accolte in pieno le ragioni del loro difensore Gaetano Crisileo che è riuscito a dimostrare l’estraneità ai fatti dei suoi assistiti per i quali il pubblico ministero di udienza aveva chiesto la condanna a ben sei mesi di carcere. I fatti risalivano a circa tre anni fa quando venne ritrovata incendiata un’autovettura in una delle strade del rione Sant’Andrea alla periferia della Città ed alcune testimoni avevano riferito ai carabinieri della locale stazione di Santa Maria Capua Vetere sia del ritrovamento di quell’autovettura sia che vicino ad essa era parcheggiata un’altra autovettura dai quali erano usciti due giovani, successivamente identificati in Anna Buonpane e Vincenzo Ianniello e sulla cui loro auto vennero poi ritrovati dai carabinieri i documenti personali di Ianniello Vincenzo. Il pubblico ministero della locale Procura, titolare delle indagini, aveva basato tutta la sua costruzione accusatoria su una presunta conoscenza tra i proprietari dell’auto incendiata e i due imputati e su alcuni precedenti rapporti tra i cugini di Anna Buonpane e i proprietari di quell’auto incendiata in ordine ad una pregressa vendita di un’altra autovettura su cui erano sorti precedenti dissidi in ordine al pagamento della somma pattuita per la compravendita. In definitiva l’impianto accusatorio del pubblico ministero non ha retto, durante la lunga istruttoria dibattimentale, durata circa due anni, in cui sono stati sentiti tutti i protagonisti della vicenda, tantissimi testimoni, ed è stato dimostrato che i due imputati, Anna Buonpane e Vincenzo Ianniello, in quella zona di Sant’Andrea, situata nella periferia di Santa Maria Capua Vetere si trovavano per mero caso, e soprattutto non vi era un collegamento diretto o indiretto tra l’auto pargheggiata lì e ritrovata incendiata e la loro condotta, ma soprattutto la fuga di Anna Buonpane e di Vincenzo Ianniello, come avevano riferito alcuni testimoni che li avevano riconosciuti, al momento dell’incendio, era stata causata solo ed esclusivamente dalla paura che quell’auto data alle fiamme potesse propagare l’incendio anche nella loro direzione con una forte deflagrazione.
