MONDRAGONE. Un nuovo lavoro di Pasquale Schiappa - in questi giorni - esce in Città', a Mondragone, in occasione dell'inaugurazione - prevista per domani, domenica 27 settembre alle 20.30 - della personale di Claudio Di Lorenzo, allestita presso il Palazzo Ducale al Rione Sant'Angelo.
Si tratta del “Piccolo dizionario del dialetto mondragonese”, aggiornato e arricchito da note di grammatica redatte dallo stesso autore, che contiene centinaia di termini, di alcuni dei quali finora non si conosceva il corretto e vero significato, e modi di dire propri del territorio. Un atto di amore per Mondragone, come è stata tutta la produzione letteraria del prof. Schiappa legato al suo territorio, di cui è visceralmente innamorato e di cui da sempre studia la storia, i costumi, le tradizioni, i personaggi popolari e ne osserva e racconta le vicende contemporanee. Il tutto con occhio attento e con uno stile ironico e disincantato.
Il dizionario è frutto di un lungo lavoro di indagine e ricostruzione condotto da Pasquale Schiappa con il metodo della ricerca empirica. << Si tratta di quell'attività d'indagine che scruta i dati rilevati dalla realtà e che sono facilmente controllabili. La ricerca è stata condotta soprattutto con interviste a persone anziane che non sempre sono disposte ad esprimersi in forma spontanea, utilizzando forme di lingua abituale, ma tendono ad adottarne altre che ritengono migliori o più adatte allo specifico evento comunicativo >>.
Il dialetto, ricorda ancora Pasquale Schiappa, continua ad essere ancora oggi la lingua dei poveri e degli emarginati. << Le persone di un certo livello di istruzione, di solito, preferiscono la lingua italiana, riconoscendola come lingua di cultura, mentre l’uso del dialetto è riservato a chi spesso denuncia condizioni sociali in qualche modo segnate da svantaggio o da emarginazione o a chi è ancorato a modi di vita legati alla tradizione. Sono loro gli ultimi difensori della lingua dei nostri avi ed è in questo modo che il dialetto, per la sua spontanea espressività, contribuisce a far rivivere come giovane e vivace un mondo ormai al tramonto >>. Nel dizionario, Schiappa spiega anche le origini etimologiche del dialetto mondragonese e ne racconta l’evoluzione e gli inquinamenti subiti nel corso dei secoli.
Simpatiche ed incisive risultano le illustrazioni del Maestro Di Lorenzo che completano il dizionario illustrando alcune delle voci più simpatiche e caratteristiche della lingua di Mondragone, come "atterifùtte" (lucano: attelafόtte) ovvero "in un àttimo, immediàtamente, all’improvviso", locuzione avverbiale forse da interpretare letteralmente come "gatto la fόtte" con allusione alla rapidità del gatto, oppure da "(a) tiri e fόtti" che indica due azioni svolte in modo repentino e simultaneo, come ad esempio "friènno e magnànno". O ancora come "scrippèlla" (crespèlla) - dal fr. crèpe - dolce nuziale, tipico mondragonese, a forma di spiràle, der. dall’abruzzèse "screppégne", marchigiano "crespégna" e "crispigne"; il termine deriva dal lat. "crispus", increspato e indica la pasta raggrinzita e rugosa del dolce.