CASAGIOVE. Siamo nuovamente alla prese con l’esortazione alla buona politica per le prossime elezioni amministrative della Città di Casagiove. Promuovere un progetto, così come quello che sarà presentato con un incontro il 21 settembre, ad intervalli regolari o regolati da appuntamenti elettorali, ha il sapore della demagogia e del populismo più diffuso e appartiene a quelli “luoghi comuni” tanto cari a quelle persone che tentano di porsi come alternativa valida e capace a quella che oggi caratterizza la scena politica e sociale della nostra comunità.
Quei luoghi comuni, appunto, che spesso disorientano producendo una vera e propria alienazione della realtà: mi chiedo, infatti, come è possibile conciliare le parole oggi proferite da chi tenta di promuovere il vento nuovo della politica, con i fatti oggettivi prodotti, come quello ad esempio di aver lasciato le casse comunali con un debito di centinaia di milioni, coì come fu accertato in fase di insediamento del primo mandato di Enzo Melone nel 2001 e successivamente ripianato con numerosi sforzi.
E’ evidente, allora, che le ”belle parole”, i bei progetti necessitano di concretezza e responsabilità sociale, soprattutto da chi ha già ricoperto ruoli apicali.
Non servono quindi proclami, non servono propagande, non servono appelli: serve, oggi più di ieri, la concretezza delle parole, la testimonianza delle azioni, la coerenza delle scelte.
Infine, come già detto in una precedente riflessione, Abbiamo avuto ed abbiamo ancora un sogno: un sogno ad occhi aperti, l’unico che non è una fuga dalla realtà.
Giovanni Russo