Venerdì 18 settembre 2015 ricorre il VII anniversario della ‘Strage di Castel Volturno’ nella quale persero la vita 6 giovani ghanesi.
Il centro sociale Ex Canapificio, il Movimento dei Migranti e dei Rifugiati di Caserta, l’ISIS di Castel Volturno, alcuni pastori africani di Castel Volturno, la Caritas, Migrantes Caserta, i Comboniani Missionari di Castel Volturno, l’Istituto d’Arte di S. Leucio, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Pietro insieme ad altre associazioni che operano sul territorio, anche quest’anno hanno organizzato una giornata di commemorazione e ricordo. L’appuntamento è alle ore 9.30 al km 43 SS Domiziana, nei pressi della Sartoria “Ob ob Exotic Fashions (Ischitella— Castel Volturno).
Dal 2008 siamo impegnati nel mantenere vivo il ricordo di quelle vittime innocenti affinché, anche nel loro nome, le condizioni dell’area di Castel Volturno possano migliorare. Crediamo fermamente che per ricostruire una nuova identità di inclusione e dialogo a Castel Volturno sia necessario partire dalla memoria e dal coinvolgimento di tutti a partire dalle comunità dei migranti escluse dai processi decisionali. Anche gli studenti daranno il loro contributo. Questo pomeriggio alcuni alunni dell’Istituto d’Arte di S. Leucio – già vincitori lo scorso anno del premio “Jerry Masslo” - hanno iniziato i lavoti di restauro della Stele che il Movimento dei Migranti e dei Rifugiati installò nel 2010 contro l’oblio e l’indifferenza.
Venerdì mattina oltre agli immigrati e agli attivisti del Movimento anche l’ISIS di Castel Volturno sarà presente con una delegazione di studenti. Un’occasione per riascoltare il racconto di quell’efferata strage, ma soprattutto un momento d’incontro con i migranti ed i rifugiati per contribuire ad un percorso di crescita e di cambiamento della città, che possa contribuire anche a formare uomini e donne capaci di opporsi alla discriminazione sociale e razziale in una cornice anticamorra.
Mai come quest’anno la parola “strage “ è ricorsa così spesso a causa delle morti nel Mediterraneo di tanti uomini, donne bambini, che invece di un’occasione per una nuova vita hanno conosciuto la morte. Nel VII anniversario della strage troviamo che sia doveroso condannare tanto il clan camorrista Setola che sparò a sei ragazzi innocenti solo in quanto “neri”, tanto l’Europa che non dà valore alla gente che muore per scappare! Gli Stati europei, infatti, invece di favorire l’apertura di corridoi umanitari, continuano a bloccare chi fugge da guerre e povertà, affermando il primato della difesa delle frontiere su quello della protezione delle vite umane. La nostra partecipazione alla commemorazione della strage è una sorta di pellegrinaggio civile che vuole dare un segnale a chi ritiene che la vita di alcuni vale meno di quella di altri.
Solo attraverso il ricordo e un vero piano di inclusione sociale delle migliaia di immigrati che vivono nella Castel Volturno area si potranno evitare simili accadimenti.