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19:07:29 CASERTA. Un cazzotto nello stomaco, probabilmente, avrebbe fatto meno male, anche se, diciamocela tutta, non è che ci aspettassimo chissà cosa da questa sentenza, salvo qualche inguaribile ottimista, anzi, perdonatemi la franchezza, ma io lo chiamerei più povero illuso. Il TAR del Lazio respinge il ricorso della Juve Caserta all’esclusione dal campionato di serie A 2017/2018, adducendo le seguenti motivazioni.

“Considerato che, al sommario esame proprio della presente fase, non paiono sussistenti i presupposti per l’accoglimento dell’istanza cautelare; rilevato, infatti, che i provvedimenti impugnati si fondano sul difetto di tre delle condizioni per l’ammissione al Campionato, ovvero del rapporto ricavi/indebitamento/patrimonio netto con quoziente superiore a 1,8 al 31.3.2017 e indebitamento complessivo non superiore al 10% di quello esposto al 30.6.2016, dell’adempimento delle obbligazioni nei confronti dei tesserati e del Fondo Accantonamento fine carriera, e dell’adempimento delle obbligazioni nei confronti dell’erario e degli enti previdenziali; ritenuto che, anche tenuto conto della documentazione prodotta a comprova del rispetto delle citate condizioni nel termine perentorio del 10.7.2017, permangono attuali i rilievi formulati dalla Fip in ordine alla situazione di indebitamento al 31.3.2017 e all’adempimento degli obblighi nei confronti dei tesserati, essendo pacifico che le dichiarazioni di rinuncia ai finanziamenti infruttiferi da parte di alcuni soci sono state prodotte solo in data 14 luglio 2017 e, pertanto, oltre il termine citato per le eventuali integrazioni; che le spese della presente fase seguono la soccombenza e si liquidano come in dispositivo; Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima Ter), Respinge l’istanza cautelare; Condanna la ricorrente alla rifusione in favore delle parti resistenti delle spese della presente fase, che si liquidano in complessivi euro 500,00 oltre accessori di legge per ciascuna di dette parti.

La presente ordinanza sarà eseguita dall’Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.”

Appare chiaro, anche se non ce n’era bisogno, che la responsabilità totale e assoluta sia da ricondurre, esclusivamente, alla società, perché traduciamo, o almeno proviamo a farlo, il freddo provvedimento del TAR.

In pratica viene confermato il mancato rispetto del rapporto ricavi/indebitamento/capitale versato al 31 Marzo e il mancato reintegro nelle modalità indicate dalla delibera FIP 346/2017 in caso di inadempienze comunicate dalla Com.Tec, reintegro da fare entro il 30 Giugno, con termine perentorio fissato al 10 Luglio per ripianare con versamenti liquidi.

La Juve Caserta ha, invece, comunicato il 14 Luglio la rinuncia di alcuni crediti da parte dei soci, adempimento avvenuto fuori tempo massimo ed effettuato con modalità differenti da quanto prescritto dal regolamento.

Ed ora? Cosa succede? Teoricamente la Juve Caserta avrebbe la possibilità di proseguire l’iter giudiziario fino al Consiglio di Stato, ma al momento ci sembra una strada molto poco percorribile.

Si proseguirà con l’attività giovanile, col nuovo responsabile Vincenzo Di Meglio (trascorsi a Battipaglia e Salerno come assistente di Andrea Capobianco) che disporrà di un budget di spessore (si parla di 350/400.000 euro) per un reclutamento su scala nazionale e internazionale.

L’intento primario sarebbe quello di riaffacciarsi sul mercato dei diritti sportivi nell’estate 2018 in cerca di un titolo di A2 da spostare a Caserta, con codice FIP diverso, ovviamente, da quello della Juve vista l’impossibilità di operare una fusione a livello di campionati nazionali.

Questi, quindi, gli ipotetici scenari all’indomani della sentenza del TAR, che ha sancito la seconda morte sportiva, in 19 anni, della Juve Caserta.

La società, con Raffaele Iavazzi in testa, unica responsabile di questo scempio, una società che ha sempre proclamato il “tutto a posto”, quando tutto a posto non era niente, e si è ampiamente visto. Una colata di fango gettata addosso ad un’intera comunità che di pallacanestro vive e si nutre, con tante zone d’ombra che si alzano attorno a questa vicenda.

Nelle motivazioni date del TAR si legge, tra le varie inadempienze del club, che i termini perentori per sanare il bilancio non sono stati rispettati. Si legge inoltre che i creditori, tra cui vi sono anche i soci (o meglio il socio), non hanno rinunciato in tempo a tali somme.

Un suicidio bello e buono, si è riusciti a far morire la Juve Caserta senza farla fallire tecnicamente. Una mossa da abile stratega, secondo qualcuno. Anche perché suona strano che già dall'anno scorso i ragazzi delle giovanili siano stati tesserati come JC Academy e non come Juvecaserta Basket Srl, quasi come se si conoscesse già l'epilogo.

I vari parametri (ovvero soldi) dei ragazzi, che nel frattempo cresceranno come JC Academy e non come Juvecaserta Basket Srl, andranno in futuro agli attuali proprietari della JC Academy.

Per ogni tesseramento futuro di questi ragazzi le società pagheranno 12.500€ se tesserato in A, 6.500€ se in A2 e così via a scendere. Soldi che in parte riempiranno le tasche di chi ha formato il giocatore come prima società. E pare, quindi, molto strano che i ragazzi siano stati tesserati come JC Academy sin dallo scorso anno

La Juve Caserta è stata messa in liquidazione (cosa che abbiamo appreso dalla lettera dell’ex general manager Gino Guastaferro, che avanza delle spettanze arretrate, rientrato nuovamente nei quadri societari di Scafati, che ha questo incipit: “preso atto della messa in liquidazione della vostra società”, e come si può apprendere consultando il sito della Camera di Commercio di Caserta) lo scorso 1 Agosto, addirittura prima che venisse presentato il ricorso al TAR. Viene spontaneo domandarsi: che senso ha avuto appellarsi al TAR chiedendo l'annullamento della delibera attraverso la quale la Juve Caserta è stata esclusa dalla Serie A? E qualora i bianconeri avessero avuto ragione, oltre al risarcimento chiesto, cosa avrebbero ottenuto? Che questo ricorso non sia stato un semplice atto preposto a pulirsi la coscienza? E a questo punto ci chiediamo anche come facciano le squadre giovanili a partecipare ai campionati d'appartenenza sotto l'egida Juve Caserta, e il discorso della liquidazione, per i ragazzi che sono cresciuti nel settore giovanile bianconero, verrà a cadere, con i parametri che andranno per intero in federazione.

Tante domande, tantissime, che si sommano a tutte quelle che non hanno avuto, e probabilmente, mai avranno risposta, facendo da coda ad una gestione assolutamente e totalmente dilettantistica di una delle società più importanti del panorama cestistico italiano. Sta di fatto che una delle (poche) eccellenze di questo disastrato territorio scompare, ancora una volta, con un domani che non sappiamo se ci sarà o meno. In una città che non offre niente, dove si muore a 20 anni, dove non c’è futuro per un ragazzo che vuole formarsi professionalmente e non solo.

Una città dalla politica inesistente e dal tessuto imprenditoriale invisibile, dove tale Oreste Vigorito, interessato ad investire (uomo coraggioso) in questa città, oltre a supportare la Juve Caserta inizialmente a livello di main sponsor, poi chissà, “non ha avuto il piacere di prendere un caffè con nessuno”. Tradotto, ha avuto le porte sbattute in faccia da quei politici, o pseudo tali, che magari non avrebbero avuto un tornaconto da un’eventuale ingresso di Vigorito nella quasi inesistente imprenditoria totale. Perché un personaggio che è riuscito a portare, in serie A, il Benevento Calcio, in una città di neanche 60.000 abitanti (Caserta fa quasi 76.000 abitanti e ha una delle province più estese d’Italia), non faceva comodo vero?

L’immenso cavaliere Giovanni Maggiò, a 30 anni esatti dalla sua scomparsa, si starà rivoltando nella tomba, lui che era un imprenditore con la “I” maiuscola, per non parlare del resto.

E questo è il risultato, un fallimento, il secondo in neanche 20 anni, neanche stessimo parlando di una società dilettantistica.

Ah, ovviamente se questi “signori” volessero rispondere a quanto scritto in questo articolo, sanno dove e come trovarmi, visto e considerato che, dopo l’ultimo punto, ci sarà una firma, un nome e un cognome, una faccia.

Quella che i tifosi della Juve Caserta, principalmente cittadini onesti, c’hanno sempre messo, cosa che non si può dire di tanti altri, “politici” (pseudo tali) in primis.

Francesco Padula


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