16:03:10 Assolto in primo grado, condannato in appello Carmine Tamburrino per l'omicidio di Francesco Morza, questa la decisione della quinta sezione della corte d'assise di appello di Napoli che ha ritenuto fondate e concordanti le dichiarazioni dei pentiti in merito al ruolo di 'specchiettista'.

Tamburrino che era l'unico imputato del processo a piede libero dovrà scontare sedici anni di reclusione. La corte ha emesso sei condanne: trent'anni di reclusione per Giuseppe Setola (che sta già scontando la pena dell'ergastolo per gli omicidi del 2008) e per Giuseppe Dell'Aversano (che meno di dieci giorni fa è stato condannato a venti anni per il duplice omicidio Nogarotto-Grieco) poi la corte ha inflitto diciotto anni e otto mesi a Mario Cavaliere, e rispettivamente dodici e dieci anni ai due collaboratori di giustizia Domenico Bidognetti ed Emilio Di Caterino, che con le loro dichiarazioni hanno contribuito a ricostruire l'omicidio di Francesco Morza avvenuto nel mese di gennaio del 1999 in via Isonzo a Casal di Principe, anno in cui Salvatore Cantiello, detto Carusiello, decise di uscire dal clan Bidognetti dopo essere entrato in contrasto con I figli di Francesco  Bidognetti detto Cicciotto e mezzanotte, boss per il quale 'Carusiello' aveva assunto il ruolo di killer sin da giovanissimo.

Morza fu una delle vittime di quella sanguinosa faida. Il commando era composto da Mimì Bidognetti detto bruttaccione, da Giuseppe Dell'Aversano e da Giuseppe Setola, a bordo di una Lancia Thema, in attesa di ricevere la telefonata da Tamburrino e Di Caterino che erano appostati in attesa del passaggio della vittima.

Per questa vicenda è stato condannato all'ergastolo dalla terza sezione della corte d'assise di appello Alessandro Cirillo 'o sergente, unico ad aver scelto il rito ordinario. Anche il braccio destro di Setola avrebbe avuto il ruolo di specchiettista. Il collegio della difesa era composto dagli avvocati Paolo Di Furia, Paolo Caterino, Mirella Baldascino e Patrizia Sebastianelli.