21:55:23 VILLA LITERNO. Dopo il narcotrafficante pentito Raffaele Imperiale, questa mattina la pubblica accusa ha chiamato a deporre il suo braccio destro, Bruno Carbone, anch'egli collaboratore di giustizia, sentito nel processo stralcio a carico del solo Giovanni Fontana, imprenditore accusato di essere stato partecipe del passaggio di seicento grammi di cocaina dall'Olanda a Villa Literno, dove hanno sede le sue attività produttive e dove avrebbe nascosto la 'polvere bianca' in attesa della definitiva spedizione in Australia.

Carbone ha chiarito di non aver mai avuto rapporti diretti con Fontana, ma di aver appreso di quella partita di droga dallo stesso Imperiale, anche perché quel carico andò perso e si parlò di un sequestro che nei fatti non è mai avvenuto. Carbone fu arrestato nell' ottobre del 2022 in Siria.

L' imprenditore liternese ha chiesto ai giudici della settima sezione del tribunale di Napoli di rendere dichiarazioni spontanee per ribadire la sua innocenza "Ho scelto di essere processato con il rito ordinario proprio per poter chiarire la mia posizione e la mia estraneità, non c'entro niente col traffico di droga, nella vita ho sempre lavorato, ho una ditta con centocinquanta dipendenti. Poi in merito alle intercettazioni il "cafone" a cui si fa riferimento non sono io, nessuno mi ha mai chiamato così". Secondo l'accusa  Imperiale nelle conversazioni con altri soggetti si riferisce a Fontana   definendolo "il cafone".

Giovanni Maria Mascia