MARCIANISE. Nel corso della mattinata la Polizia di Stato di Caserta, ad epilogo di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale di Napoli, ha eseguito un’ ordinanza di custodia cautelare in carcere  nei confronti di Andrea Letizia, 39enne, Michele Maietta, 31 enne e Domenico Piccolo, 40enne, tutti di Marcianise, già detenuti, affiliati al clan Piccolo detto dei Quaqquaroni, attivo a Marcianise, Caserta e  Comuni limitrofi  indagati, a vario titolo, per tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione e danneggiamento, delitti aggravati dal metodo mafioso e dal fine di agevolare l’organizzazione camorristica.

 

Le indagini della Squadra Mobile, suffragate anche dalle dichiarazioni di Mario Russo, divenuto collaboratore di giustizia, hanno consentito di fare piena luce  sul tentato omicidio di  Franco Cortese, 28enne, casertano, affiliato al contrapposto clan Belforte, detti Mazzacane, ferito gravemente a colpi di pistola  il 24 aprile 2009. La vittima, nipote di Antonio Bruni, alias Cortisone, referente del clan Belforte, nell’area di San Nicola la Strada, venne ferito al torace con colpi di arma da fuoco esplosi da due persone con il volto travisato da caschi, giunte a bordo di uno scooter, mentre si trovava fuori dal negozio gestito insieme al padre, in via XX Settembre a San Nicola la Strada.

Dalle indagini emergeva che il movente del delitto era da ricondursi alla storica contrapposizione tra i due clan ed in particolare alla circostanza che Franco Cortese si era reso protagonista di una richiesta estorsiva in danno di un imprenditore edile, impegnato nella realizzazione della piscina comunale di San Nicola la Strada, che già pagava il pizzo ai Quaqquaroni.

Si accertava che il mandante del delitto era stato Andrea Letizia, mentre gli esecutori materiali Michele Maietta e Mario Russo, poi divenuto collaboratore di giustizia, che materialmente aveva esploso i colpi di pistola. In quel periodo Andrea Letizia, legato da vincoli familiari ai Quaqquaroni, dopo la scarcerazione nel 2002, aveva assunto la reggenza del clan, anche per la contestuale detenzione dei cugini Achille e Pasquale Piccolo, avviando una strategia criminale più aggressiva per riaffermare l’egemonia del clan Piccolo, culminata proprio con il tentato omicidio di Franco Cortese e in una serie di atti intimidatori e danneggiamenti di matrice estorsiva, su suo mandato, e tra questi il danneggiamento, con una bomba carta, di un ristorante di Capodrise nel 2009 e di analoghi attentati contro una concessionaria di Casagiove e un negozio di Marcianise.

La Polizia di Stato ricostruiva numerosi episodi estorsivi  di esponenti del clan Piccolo, tra il 2009 ed il 2010, nei confronti di  imprenditori e commercianti, sintomo di una decisa ripresa delle attività  criminali, a fronte del   declino  del gruppo camorristico dei  Belforte minato da numerose operazioni di polizia giudiziaria ed un tempo federato alla N.C.O. di Raffaele Cutolo.