13:40:51 E' stato rinviato a causa delle "delicate" condizioni fisiche e psichiche l'interrogatorio di Salvatore Narciso, l'uomo accusato di aver lanciato ieri dal balcone la figlia di 16 mesi uccidendola ed aver tentato poi il suicidio buttandosi nel vuoto e rimanendo gravemente ferito.

Lo ha deciso il magistrato che indaga sulla tragedia di San Gennaro Vesuviano.

Concorderà una nuova data dopo aver sentito il parere dei medici.

Per il momento rimane piantonato e nessuna misura è stata ad oggi decisa nei suoi confronti.

Intanto non parla, è vigile anche dopo l’intervento chirurgico: Salvatore Narciso, il 35enne che ha lanciato la propria figlioletta di sedici mesi dalla finestra della casa dei suoceri in via Cozzolino in

San Gennaro Vesuviano, non ha versato nemmeno una lacrima per la sua piccola Ginevra.

L’uomo è piantonato all’ospedale Cardarelli di Napoli dove è stato ricoverato dopo il folle gesto di ieri mattina intorno alle 12 quando, dopo aver stretto tra le sue braccia la figlioletta, l’ha lanciata di sotto e, poi, si è buttato dalla finestra.

«Credevamo fosse un bambolotto», raccontano dei vicini che hanno chiamato carabinieri e 118 dopo l’insano gesto.

Narciso, abitava a Caserta con la moglie Agnese D’Avino e si trovava dai suoceri occasionalmente nella giornata di ieri.

Viveva un momento difficile con la moglie con cui era sposato da tre anni.

Diversi i litigi tra i due, nessuno, però che lasciasse pensare un epilogo così drammatico.

Dalle prime ricostruzioni pare che l’ultimo litigio tra la coppia ci sarebbe stato proprio domenica sera, poche ore prima dalla tragedia.

Proprio per non sentire le liti tra i due ragazzi il suocero non era in casa.

«Se fossi rimasto in casa tutto questo non sarebbe successo – ha detto a caldo – Ginevra non c’è più».

Disperata e furiosa la moglie, distrutta per la perdita della sua amatissima figlia.

«E’ un animale, un mostro, il demonio», ha detto.

Nel momento in cui Narciso, che lavorava presso uno studio di avvocato, si è avvicinato al balcone, la moglie era con lui in casa e stava preparando una lavatrice.

Due famiglie distrutte, due comunità, quella di Caserta e quella di San Gennaro Vesuviano sotto choc: una bimba non può morire in una maniera così crudele e violenta…