17:35:17 Il docente universitario maddalonese Antonio Rosario Centore, che di recente ha ricevuto un encomio dal presidente della Repubblica, ha promosso un percorso di legalità nella sua città che si articolerà in tre momenti significativi.

Si parte sabato 16 marzo alle ore 10 presso il Villaggio dei Ragazzi per poi ritrovarsi la settimana successiva al Covitto Giordano Bruno e chiudere il percorso sabato 20 aprile sempre al Villaggio dei ragazzi.

Il tema del primo incontro è La legalità, la giustizia, la verità e le vittime innocenti delle mafie: ricordare per non dimenticare.

Con il promotore dei percorsi, il prof Centore ci saranno il sindaco Andrea De Filippo, il commissario del Villaggio dei Ragazzi Antonio Caradonna e lo scrittore Franco La Torre, figlio dell’onorevole Pio La Torre, vittima della mafia. Ci saranno poi il giudice Catello Maresca e il cavaliere Paolo Miggiano, scrittore e giornalista anticamorra.

Nel secondo appuntamento, accanto alle autorità locali interverranno la presidente della commissione antimafia Laura Colosimo, l’ex magistrato antimafia e attuale deputato Federico Cafiero De Raho, la professoressa Mimma Noviello, figlia di Domenico Noviello, imprenditore ucciso dalla camorra, il funzionario della Corte dei conti Filiberto Imposimato, figlio del sindacalista Franco Imposimato ucciso dalla camorra.

«Il percorso della legalita' maddalonese 2024 rappresenta un momento di riflessione, approfondimento e di incontro, di relazioni vive e di testimonianze attorno ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, persone che hanno subito una grande lacerazione che noi tutti possiamo contribuire a ricucire, costruendo insieme una memoria comune a partire dalle storie di quelle persone - ha evidenziato il prof Centore -

 È un percorso di arrivo e ripartenza per il nostro agire, al fine di porre al centro della riflessione collettiva la vittima come persona e il diritto fondamentale e primario alla verità, diritto che appartiene alla persona vittima, ai familiari della stessa, ma anche a noi tutti. Siamo certi vi sia un diritto-dovere alla verità: la verità ha un valore pubblico fondamentale per uno Stato che voglia dirsi democratico. Leggere i nomi delle vittime, scandirli con cura, è un modo per far rivivere quegli uomini e quelle donne, bambini e bambine, per non far morire le idee testimoniate, l’esempio di chi ha combattuto le mafie a viso aperto e non ha ceduto alle minacce e ai ricatti che gli imponevano di derogare dal proprio dovere professionale e civile, ma anche le vite di chi, suo malgrado, si è ritrovato nella traiettoria di una pallottola o vittima di potenti esplosivi diretti ad altri. Storie pulsanti di vita, di passioni, di sacrifici, di amore per il bene comune e di affermazione di diritti e di libertà negate. Lo scenario attuale e' di per sè molto complesso. Esiste infatti una tassonomia criminale peculiare che racchiude al suo interno  una pluralita' di paradigmi molto diversi tra loro.  

L'incidenza delle organizzazioni mafiose tradizionali è molto forte ed in continua evoluzione. Oltre alla loro presenza  vi è anche quella delle cosiddette mafie autoctone, che sono di origine esclusivamente locale.Non meno rilevante infine è la presenza di mafie straniere tra cui quella nigeriana e cinese che si aggiungono alle organizzazioni albanesi di cui si evidenzia negli ultimi anni un notevole salto di qualità nello scenario criminale. Contemporaneamente però, è importante sottolineare che siamo in presenza di un contesto capace di reagire a queste forme di insediamento, promuovendo pratiche civiche e istituzionali di risposta, di riscatto, di restituzione sociale del maltolto».