18:27:09 MADDALONI. Chiuderà ufficialmente i battenti il prossimo 31 ottobre il deposito Logista di Maddaloni, per allora bisognerà trovare una collocazione ai 108 lavoratori che tra diretto ed indotto sono impiegati nell’azienda.

I tentativi messi in atto dalle organizzazioni sindacali e i tavoli istituzionali aperti con la Regione Campania non hanno fatto cambiare idea all’azienda che è intenzionata a delocalizzare tutte le sue attività nel deposito di Anagni nonostante, da un punto di vista economico non ci sia alcuna ragione per lasciare la sede di Maddaloni.

Logista Italia presenta un fatturato e utili floridi.

Giusto per dare qualche cifra si è passati ad un utile di 74 milioni di euro del 2020 ad uno di oltre 97 milioni per l’anno 2021/2022. Ad impensierire di più in questo momento è la situazione dei 57 dipendenti della Gld, Gestione Depositi Logistica, che svolge attività di gestione per conto di Logista Italia Spa.

Non sembra esserci alcuno spiraglio futuro per loro anche alla luce del silenzio del ministero che non ha, al momento, dato alcun segnale rispetto al piano presentato da Gld nell’ambito del processo di delocalizzazione che dovrà interessare l’azienda.

Gld ha, attualmente, un totale di 84 dipendenti.

Il piano presentato al ministero trova soluzione di reale occupazione solo per 3 Coordinatori, che restano alla stessa GLD, e 24 operai, fra operatori d’impianto e addetti alla movimentazione, con trasferimento ad Anagni e presso la società, Elpe Global Logistic Service Spa.

Per i restanti 57, a meno di clamorosi colpi di scena, si schiuderanno le porte del licenziamento.

Un’eventualità che, chiaramente, Cgil e Cisl che stanno seguendo da vicino la vertenza non vogliono nemmeno prendere in considerazione.

La strada sembra segnata anche alla luce della risposta della sottosegretaria Anna Macina all’interrogazione parlamentare presentata da LeU.

La delegata alla giustizia del governo Draghi ha detto senza mezzi termini che la «chiusura del magazzino Logista di Maddaloni non ha i requisiti per l’istituzione di un tavolo di crisi a livello nazionale».

In altre parole per i 57 dipendenti si preannuncia una lunga battaglia tesa alla conservazione del proprio posto di lavoro. Per loro sarà un’estate caldissima.