08:00:21 CASERTA. Ieri sera in piazza Prefettura alle ore 21:00 si è tenuta la commemorazione della strage di via d'Amelio organizzata da Enrico Trapassi, ex candidato a sindaco di Caserta e promotore del movimento "io partecipo".

Ad essere presenti anche Nicola Barbato, il poliziotto medaglia d'oro al valore civile, costretto su una sedia a rotelle per un colpo di pistola ricevuto da un estorsore mentre era in servizio a Napoli, e Don Aniello Manganiello, prete anticamorra di Scampia che esorta: «è fondamentale diffondere la cultura della legalità, aprire nuove strade soprattutto tra le nuove generazioni.

Si inizia con il rispetto delle regole. Stamattina ho dedicato del tempo ad alcuni adolescenti che vedono questi avvenimenti come qualcosa di molto lontano, come qualcosa che non gli appartiene.

Vivono tra l'illegalità e la respirano nelle loro case. Come possono ricordare Borsellino che fu ucciso per contrastare la mafia e legalità?

Borsellino pur sapendo di essere una futura vittima dell'illegalità è rimasto per onore del paese. La continuità delle sue azioni era dovuta proprio alla fede essendo un cattolico praticante».

Coinvolgenti ed emozionanti le parole di Nicola Barbato: «La mia presenza qui è per rafforzare questi eventi di ricordo per il contrasto alla criminalità e l'illegalità. I ricordi mi danno la forza per andare avanti. Il sacrificio di Borsellino è per quella parte dell'Italia per bene, questi uomini restano dei miti e sono da imitare. Quando entrai in Polizia feci un giuramento che ho mantenuto e manterrò fino alla fine, fino alla morte. Dico ai giovani di non generalizzare mai, esiste la parte per bene. Siamo noi a fare la vita di tutti i giorni, siamo noi a fare una vita giusta o sbagliata, siamo noi a decidere la legalità o l'illegalità. Oggi è l'anniversario di vite distrutte in nome della legalità. Oggi ricordiamo il sacrificio di: Paolo Borsellino, Claudio Traina, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli e Emanuela Loi che morirono contrastando la mafia».

Tante fiaccole accese per non dimenticare, per la libertà e la legalità. Trapassi esorta: «la battaglia non è ancora vinta. Siamo qui perché le vittime sono qui in mezzo a noi, nessuno può impedirci di tenere la testa dritta. Abbiamo il diritto di libertà. Siamo qui perché le vittime di quella domenica del 1992 non erano solo magistrati e poliziotti ma anche figli, genitori, uomini. Noi siamo qui per non cedere all'oblio anche questa città ha il diritto di essere migliore. La nostra dignità non è in vendita. Il silenzio ammazza come le pallottole e le bombe, siamo qui per le vittime innocenti affinché quei sacrifici non siano rimasti vani». I presenti dedicano un minuto di silenzio in memoria delle vittime e della libertà di essere un cittadino onesto e giusto. Caserta si fa sentire, Caserta per bene c'è. 

Veronica Viteritti