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CASERTA. Avvocato Golino, lei è stato amministratore a Marcianise e poi braccio destro di Ferdinando Adornato, il padre ideologico della Costituente di Centro dell’udc, di cui lei è stato portavoce regionale in Campania, e l’ideatore già nel 2008 del partito della Nazione; lei a maggio ha contribuito alla vittoria di Vincenzo De Luca con l’apporto di un significativo consenso personale; oggi svolge la funzione amministrativa di vice-sindaco nel comune di Orta di Atella, nella giunta Mozzillo. Come legge con la sua esperienza l’attuale momento politico in provincia di Caserta?

 

«E’ un momento di grave difficoltà nazionale. Caserta non può essere analizzata fuori dal quadro nazionale. Le persone esperte di politica sanno che bisognerebbe stare fuori dai contesti amministrativi in questo momento, perché tutto ciò che è amministrazione genera negatività. La protesta popolare contro la politica è ai massimi livelli. E ciò, sia per la grave crisi occupazionale congiunturale e sia per il fallimento dei partiti politici che ormai da anni non solo non riescono a dare risposte alle sollecitazioni popolari, ma hanno finito per auto-demolirsi in una guerra fratricida per la conquista di un potere, quello politico, ormai relegato per colpa almeno al quarto posto fra i poteri dello stato. Ma proprio nel momento in cui la cattiva politica prova vergogna nel difendere se stessa è giunto il tempo di ridare dignità alla politica. E’ giunto il momento per tutti di cambiare stile di vita. Per questo dobbiamo continuare ad impegnarci in questo momento negativo. Dobbiamo insistere e camminare verso una unione fatta di uomini che abbiano ben chiari i valori della onestà, della correttezza, della solidarietà e della umanità che a mio parere solo la tradizione cristiana può garantire. E’ il momento quindi di tornare ad uno stile di vita democratico e cristiano a prescindere dai contenitori, dalle sigle politiche e pseudo tali, con la consapevolezza però che la competenza e la serietà delle persone non abbiano confini ideologici. Per tutti è il momento di uscire dall’ambito del clientelismo, dell’interesse personale e dell’interesse spicciolo. Oggi bisogna fare una scelta di grande respiro, con grande serenità. Solo così si potrà dare un imprimatur politico diverso a questa provincia. Insomma occorre una vera evoluzione della politica, a partire dal comportamento, unitamente alla evoluzione della mentalità dei cittadini».

Questa sua risposta sembrerebbe il preludio della nascita di un nuovo soggetto politico oppure di una nuova associazione. E’ vero?

«Assolutamente no. Non penso ad un nuovo partito perché non ho la presunzione di costituirlo né ho la capacità economica necessaria. D'altronde, non è di nuove sigle di cui abbiamo bisogno. E non penso a surrogati, perche ritengo che le associazioni con fini politici rappresentino il fallimento della politica. Tutti quelli che creano una associazione, che siano in minoranza o che siano in maggioranza, palesano di non riuscire a dialogare con la politica, dentro i partiti, dimostrando la propria ininfluenza politica. Sicuramente immagino, come detto sopra, un nuovo stile di vita condiviso da politici, amministratori e cittadini. Solo con l’idea di nuovo stile di vita, con meno personalismi e maggiore vocazione sociale, si può immaginare una sinergia con gli “uomini guida”, quelli capaci ed esperti che possono cambiare le sorti delle regioni, delle province e delle città. Perché gli uomini soli non bastano. In Campania per intenderci, solo Vincenzo De Luca, a cui sono legatissimo, non basta a cambiare le sorti di una Regione in grave crisi economica e strutturale se non realizziamo un cambiamento morale e comportamentale».

Lei oggi amministra da tecnico Orta di Atella ed è vice sindaco nella giunta Mozzillo. Come vede la gestione degli Enti in questo momento?

«Ho conosciuto Giuseppe Mozzillo durante la campagna elettorale per le regionali ed è nata fra noi un’amicizia sincera ed una stima reciproca. Mozzillo è un bravo politico, un buon sindaco ed un sindaco fra la gente. Sin dalla sua proposta del mio ingresso in Giunta, avevamo immaginato la nomina di una Giunta tecnica ed esterna, che potesse avviare l’azione amministrativa in un momento di sensibile difficoltà oggettiva e che potesse traghettare l’Ente verso la naturale strutturazione politica. Ed era, forse, l’unica via responsabilmente percorribile, perché Orta di Atella è oggi un comune importante della provincia di Caserta: è il settimo comune per numero di abitanti, con concrete possibilità di scalare ulteriormente la classifica al prossimo censimento. E’ un Comune che ha fatto leggere una crescita economica apprezzabile, articolata attraverso una politica di sviluppo urbano che ha consentito a tanti cittadini di capitalizzare le proprie risorse e a tante altre persone di scegliere di vivere ad Orta di Atella. Ma Orta di Atella è anche un Comune in dissesto economico; un Comune nel quale, come in quasi tutti i Comuni della Regione Campania, sono deficitari i servizi pubblici; un comune nel quale, prima del voto del maggio scorso, è stata istituita una commissione d’accesso, di nomina prefettizia. Per questo il Sindaco ha un compito non facile. La Giunta ed il consiglio comunale hanno un compito politico non facile. Nei primi 70 giorni di mandato, iniziato il 9 agosto, ed espletato con impegno e sacrificio anche per tutto il periodo feriale, abbiamo provveduto a fotografare lo stato dell’Ente, sotto il profilo organizzativo e contabile. Ed abbiamo provveduto ad inquadrare le tantissime problematiche afferenti ad ogni singola delega. L’operato della Giunta, guidata da Mozzillo con grande impegno, sempre in linea e d’intesa con il Mise, si è diretto verso il contenimento della spesa; verso l’ottimizzazione delle risorse economiche ed umane (quest’ultima quasi impossibile per la pesante sottodotazione dell’organico) e, per quanto possibile, verso tutte le attività di recupero e di reperimento di risorse economiche. Talché oggi è ipotizzabile un avanzo di bilancio. Ciò dimostra che se lo si vuole, e sussistono le capacità politiche e tecniche, si possono amministrare gli Enti anche con tutti i problemi che li attanagliano, economici e di risorse umane. Con tante difficoltà e con tanti sacrifici in termini di impegno, anche oggi è possibile fare buona amministrazione. Ma occorrono nuove figure politiche, esperte, forti e decise, che sappiano gestire i rapporti umani con tutte le parti in causa: dai cittadini al consiglio, dai dirigenti ai dipendenti tutti. Tutti insieme possono ancora vincere le scommesse».

 

 

 


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