08:49:49 ALIFE. All’indomani del 14 ottobre 2007 iniziavo, da consigliere comunale, l’esperienza nel Partito Democratico.
Da socio fondatore nel mio circolo.
Da allora molte battaglie in difesa della democrazia sono state fatte.
Molte manifestazioni, molte riunioni, sempre nell’interesse unico della collettività.
Negli anni successivi, col diventare Segretario di circolo, l’impegno nel partito è senza dubbio aumentato.
Parallelamente al crescere dell'impegno costante sul territorio e sui territori ho tuttavia purtroppo sempre notato il venir meno della dialettica con le Istituzioni di partito.
Segreterie provinciali commissariate, rare riunioni provinciali, rarissime direzioni provinciali.
Con la consapevolezza di chi ha vissuto e vive il partito (inteso come luogo di dibattito e approfondimento) ho constatato che il PD negli anni è diventato un luogo in cui i valori hanno lasciato il posto al nepotismo e lo stesso oggi la fa amaramente da padrone.
In ogni Comune, Provincia e Regione c’è un familiare che succede ad un familiare; un figlio che succede al padre, un nipote allo zio, o semplicemente ci si difende il territorio per 15 o 20 anni (i più bravi riescono a restare incollati alla poltrona anche per 30 anni). Pertanto il sogno di un partito orizzontale dove ogni singolo tesserato potesse rappresentare un progetto è purtroppo stato accantonato, soffocato dalla volontà dei “pater familias” comunali, provinciali e regionali di turno.
Il sogno di un vero partito democratico è venuto meno con l’occupazione del partito stesso da parte dei politicanti di professione.
Così all’indomani del rinnovo delle cariche istituzionali in Regione ci ritroviamo, noi Segretari di circolo, ad essere ancora una volta all’oscuro di quello che è stato fatto dal Partito Democratico fino ad oggi, dai progetti in essere al futuro della Regione.
A breve, per volontà dei “leader” locali, inizieremo a partecipare a qualche battaglia territoriale che presto finirà nel dimenticatoio (vedi l'ospedale, il termovalorizzatore ecc), ma che servirà giusto a far acquisire un po’ di notorietà a qualche candidato e....tutto il resto è noia.
Ancora, a chi andrà meglio verrà promesso il classico posto di lavoro. Ovviamente i territori, disinteressandosi dei partiti e curandosi dei problemi personali e locali, festeggeranno il capo banda di turno, qualunque esso sia.
Il Partito Democratico che io sognavo il 14 ottobre 2007 era un partito “democratico” dove ogni singolo tesserato poteva sentirsi protagonista del futuro. Purtroppo la comodità dei candidati di professione ha fatto sì che un progetto social democratico, ma anche ampio contenitore di voti come il Partito Democratico, potesse essere un bacino interessante dove potersi collocare per essere eletti.
Io da diversi anni rappresento il Partito Democratico nella mia città e, ad onor del vero, nonostante le mancanze dei leader istituzionali, mi sento di rappresentare il PD in quelli che sono lo statuto e i valori costituenti dello stesso. Pertanto ancora oggi, sempre con più difficoltà, auspico che il nepotismo si fermi per una volta sul ciglio della strada, per far esprimere al meglio quelli che sono i valori democratici di cui sono degni e sani portatori tanti rappresentanti locali.
Per il bene della democrazia, per il bene della comunità.
E se così non fosse si dice dalle mie parti che “a lavà a cap a u ciuccio se perde acqua tiemp e sapone”.
Giuseppe Santagata segretario partito democratico Alife
