18:26:11 CASERTA. Virgilio Gesmundo, proprietario del Green Planet Growshop, è da quattro giorni incatenato alla saracinesca del suo negozio. Il suo è un gesto di protesta contro un'ordinanza del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che gli vieta di svolgere la sua professione di rivenditore di prodotti per la coltivazione di cannabis sativa light legalizzata nel 2016.

Oggi, 8 giugno, vi è stato un presidio di solidarietà nei confronti del venditore, davanti al negozio. All'incirca 40 persone hanno sostenuto e discusso con Virgilio sul da farsi e hanno espresso tutta la loro volontà di aiutarlo in questa faccenda legale che a detta di molti “è assurda”.

Le dinamiche dell'ordinanza sono discutibili e poco chiare, Virgilio è indagato per spaccio e accusato di vendita di sostanze droganti. L'indagato stesso però sostiene che mai avrebbe potuto spacciare dal momento che il suo negozio era spesso vigilato e controllato dalla polizia, e che i prodotti da lui venduti erano tutti già approvati e consentiti da leggi precedenti.

“Ho sempre avuto tutto in regola, ho pagato le tasse, ho rispettato tutte le procedure correttamente; non avevo nessun motivo per credere che il mio negozio sarebbe stato chiuso”, dice il ragazzo; continua evidenziando il controsenso che sta alla base di tutta la vicenda, qualche anno dopo la legalizzazione e la messa in commercio della Cannabis light, gli viene negata la vendita degli elementi che ne permettono la coltivazione e, per questo, chiuso il negozio. “ora il mio negozio è chiuso per un provvedimento che va contro lo stesso ordinamento costituzionale che ha consentito la vendita e l'apertura di attività come la mia”.

La conclusione a cui si è arrivati nella discussione avvenuta durante il presidio odierno è che il documento della Cassazione, in cui si vieta la distribuzione di prodotti con efficacia drogante, risulta poco preciso e leggibile in vari modi. Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha agito seguendo una propria interpretazione del documento, prima ancora di capire cosa, nello specifico, la nuova legge propone si debba fare.

Dopo la dichiarazione della Corte Suprema si sarebbe potuto agire in modo differente, in modo meno aggressivo, in quanto si parla comunque di lavoratori che sono sempre risultati a norma e che avrebbero potuto accettare provvedimenti differenti in cui si sarebbe trovato un punto di incontro tra la loro attività e le nuove leggi.

Virgilio lascia un messaggio sui social, scritto sul muro del suo negozio chiuso e a voce. Continuerà a battersi, agirà sempre nel rispetto delle leggi e arriverà in fondo alla questione. Conclude dicendo “Confidiamo nel buonsenso e nella saggezza della Magistratura di Caserta e di Santa Maria”.

Claudia Mazzarelli