09:04:19 CASERTA. La quiete (apparente) dopo la tempesta. In molti sembra che ancora debbano realizzare quanto avvenuto al suono della sirena di gara 3 tra Juve Caserta e Nardò, perché quando non ti aspetti una cosa fai sempre fatica a digerirla e far si che diventi parte di te, soprattutto quando si tratta di un fallimento.

Perché, ahinoi, a livello sportivo la stagione bianconera è stata fallimentare, perché anche il più pessimista dei tifosi, o degli addetti ai lavori, mai si sarebbe aspettato, soprattutto vedendo l’andamento in Regular Season (chiusa con un record di 27 vittorie e appena 3 sconfitte), che i ragazzi di Max Oldoini finissero la propria corsa già al primo turno dei Play Off.

L’obiettivo dichiarato, fin da inizio stagione, era quello di arrivare fino in fondo, ovvero alle Final Four che si svolgeranno, al Pala Terme di Montecatini, il 15 e 16 Giugno prossimi, per poi giocarsi il tutto per tutto per ottenere uno dei 3 posti valevoli per la A2 2019/2020. Così non è stato, ed in relazione anche alla squadra costruita in estate, con giocatori, per questo campionato di serie B, di assoluta prima fascia, in aggiunta agli innesti in corso d’opera (Valentini, Pasqualin e, soprattutto, Ranuzzi), è stato un flop.

I punti da analizzare possono essere molti: sotto l’aspetto tecnico senza dubbio i problemi, in difesa, nel contenimento del pick’n’roll sono un esempio, così come la poca presenza in post basso, eccezion fatta per le giornate in cui Marcelo Dip si è mostrato in stato di grazia. O ancora l’eccessivo utilizzo del tiro da 3, o del corri e tira per forza di cose, senza dare altre opzioni ad un attacco che, soprattutto nella nefasta serie con Nardò, ci è sembrato troppo sterile e troppo monotematico.

Poi c’è il fattore, secondo noi, emotivo: l’esperienza e il carisma, in relazione al campionato di serie B, non si discutono, ma certe maglie e certi contesti pesano, a tutti i livelli e a tutte le categorie, e sempre analizzando l’intera serie, quindi tutte e tre le partite, con Nardò, ci è sembrato che a qualcuno, probabilmente, sia venuto il classico “braccino”, o la classica tremarella, perché indossare una maglia storica e gloriosa come quella della Juve Caserta, e difenderla in un palcoscenico altrettanto storico e glorioso come il Palamaggiò, pesa come un macigno, anche in serie B, e probabilmente, vedendo anche qualche faccia eccessivamente tirata, questo è stato un altro fattore, assieme alla pressione di dover vincere per forza, che tante volte, anziché farti fare il passo decisivo verso l’obiettivo, te ne fa fare due indietro.

Attenzione: non stiamo criticando l’impegno e la voglia messa in campo dai giocatori e dallo staff tecnico, che non è mai mancata, e bisogna anche dire, spezzando la famosa lancia, che questa squadra è senza dubbio arrivata al momento clou della stagione nella peggiore condizione possibile: Norman Hassan, reinserito di fretta e furia dopo quasi un mese di stop, ha dovuto trovare, in queste partite, un differente approccio vista la presenza di Ranuzzi, con il quale in pratica non aveva mai giocato. L’assenza di Valentini non ha coperto le spalle a Dip e lasciato l’area vuota quando l’oriundo era in panca, senza dimenticare la schiena “bizzosa” di Bottioni, probabilmente mai realmente guarita dopo il bruttissimo colpo subìto il 27 Ottobre scorso a Roma.

Non stiamo cercando alibi, ma sono dati di fatto, e quando si fa un’analisi essa va fatta in toto, e l’infermeria è un fattore da analizzare.

I tifosi, che non hanno fatto mancare il proprio apporto (circa 3.000 spettatori in gara 3 contro Nardò) nonostante la categoria, l’hanno presa male, in città campeggiano alcuni striscioni eloquenti che invitano a fare presto le valige, e fin dalla sirena finale è stato manifestato un certo disappunto.

Come dare torto, tutti si aspettavano che questa stagione fosse quasi di passaggio, dopo un anno (quello scorso) senza basket, per tornare presto, quanto meno, in A2, e quindi, quando ti aspetti il massimo, poi la delusione scotta il doppio.

Ora si apre il classico scenario sul futuro che ci attende e che attende la Caserta cestistica in un’estate, riahinoi, iniziata troppo presto: c’è chi parla di possibilità di rilevare un titolo sportivo (Cagliari e Ferrara le solite gettonate), anche se, parole di Antonello Nevola, intervenuto settimana scorsa alla trasmissione “Cestisticamente Parlando” in onda sulle frequenze di Radio Primarete, “di certo non c’è stata la fila, fuori al Palamaggiò, di imprenditori interessati sia a rilevare la società sia a collaborare con la società stessa, quindi entrarne a far parte”.

Il club “Ornella Maggiò”, per voce dell’avvocato Emilio Tucci, ha confermato la disponibilità della società bianconera a cedere quote della società senza limitazioni di partecipazione al capitale sociale.

Si apre dunque un nuovo scenario che l'associazione club Ornella Maggiò intende perseguire per dare seguito e concretezza a tutte le attività poste in essere negli ultimi mesi.

Senza dubbio, alla metà di Maggio, è presto per parlare di qualunque cosa, ma è ovvio che, nelle prossime settimane, ci aspettiamo qualche notizia in più sul futuro, sia sportivo che societario, della Juve Caserta in chiave prossima stagione e non solo.

Francesco Padula