09:13:11 MARCIANISE. Non mi sottraggo al dovere di esprimere un mio modesto parere politico sull’attuale situazione amministrativa con particolare riferimento a quanto accaduto nell’ultima seduta del Consiglio comunale.

Parto dalla saggezza antica: “Nessun vento è propizio al marinaio che non sa a quale porto approdare”. Questo principio vale soprattutto in politica. L’azione politica per essere produttiva deve essere indirizzata a un traguardo, ad un “porto” e, lungo questo cammino, “governare“ la nave affrontando i venti contrari, le secche, le scogliere, le maree. Qual è il porto cui si vuole approdare?

– “Far cadere l’Amministrazione e….po’ se ne parla “ voppure

– “L’attuale amministrazione deve andare via perché perniciosa per la Città. Noi siamo preparati a governarla; siamo e vogliamo essere un’alternativa eticamente e politicamente diversa”.

Diversa perché ad un amministrare finalizzato all’esaltazione dell’”io” vogliamo passare ad un’amministrazione del “noi” tesa al raggiungimento del “bene comune”.

Diversa perché alla Città del rancore, dell’ingiuria, della contumelia, della continua tensione, si vuole sostituire la Città della coesione, della pacificazione, del rispetto reciproco, della serenità e del sorriso nel rispetto rigoroso delle norme e delle leggi

Diversa perché al mondo intero vogliamo dire e dimostrare che Marcianise non è la Città dell’illegalità, del malaffare e della corruzione ma una Città sana e ricca di valori civili e sociali. Diversa perché a una Città con sindaco scortato dalla polizia vogliamo sostituire una Città con un sindaco scortato dal popolo e dai suoi concittadini.

Fatta questa premessa, cerchiamo di analizzare e valutare il recente Consiglio comunale. Per quanti avevano lavorato per “liberare la Città dal tiranno”, il risultato del Consiglio comunale è stato deludente. Per quanto mi riguarda, ritengo questo un giudizio sommario e superficiale.

Penso, infatti, che il risultato, se pur non ottimale, sia stato abbastanza positivo, anzi (nessuno si scandalizzi !!) in qualche modo, è il migliore risultato che si poteva ottenere.

Cerco di spiegarmi.

E’ vero che, oggi, il sindaco sta perdendo sempre maggiori consensi presso la pubblica opinione ma, con tutti i poteri mediatici di cui dispone e che egli utilizza con grande abilità e spregiudicatezza, allo stato, se mandato a casa, avrebbe potuto ancora blaterare di essere vittima di una congiura.

Credo che l’ultimo Consiglio comunale, invece, ci abbia consegnato un “re nudo”, un personaggio nella sua concretezza e realtà più vera; un personaggio che, pur di mantenere il potere è disposto a tutto, a rimangiarsi provvedimenti da lui stesso, fino al giorno prima, ritenuti fondamentali ed essenziali per lo sviluppo della Città. Professionisti fino al giorno prima ritenuti indispensabili per un “efficiente funzionamento della macchina amministrativa” e a cui fino alla sera precedente erano state date ampie assicurazioni sulla loro permanenza, vengono mandati via senza tanti scrupoli. Il “re è nudo”. Bisogna continuare a denudarlo. Far venir fuori tutta l’incompetenza amministrativa, l’incapacità politica. L’opposizione, nell’evidenziarne la cattiveria di uomo, dovrà continuerà a fare un’opposizione “politica” vera, fondata su fatti, sulla denuncia dei problemi irrisolti, dimostrando che, al della cortina fumogena, questa Città non cresce, non si sviluppa, che la sua economia regredisce e che, soprattutto, ogni giorno il tessuto sociale viene avvelenato dall’ingiuria gratuita, dall’accusa lanciata nel mucchio, generica, allusiva, generatrice di odio e di rancore che dai padri sarà trasmessa ai figli. Su questa base si dovrà costruire in Consiglio comunale una maggioranza politica. A questo punto torno all’introduzione di questa riflessione e pongo alcune domande. Qual è il porto verso il quale ci si vuole dirigere?

Si è interessati solo a storie personali e a fortune individuali? Oppure, si vuole costruire con umiltà e generosità una forza politica che sia alternativa nel governo della Città?

Pensiamo che il PD (il discorso si estende anche agli altri partiti) abbia un senso e una “missione”?

Si ritiene opportuno che esso sia unito? E che, quindi, l’unità sia l’obiettivo primario che i dirigenti debbano porsi? Vengo al mio amichevole dissenso con Abbate.

Fino a prova contraria, il comportamento dei consiglieri Frattolillo, Gaglione, Guerriero, Laurenza e Rondello non risulta inficiato da alcuna “transazione”. Anzi, essi, secondo me, hanno tenuto un comportamento politicamente avveduto, serio e corretto. Avevano necessità di evitare che nei loro confronti si potesse muovere l’accusa di “una congiura di palazzo” (per eterogenesi dei fini, questa, poteva ritorcersi contro di loro) e, nello stesso tempo, mantenere salda l’unità e la compattezza del gruppo.

Agli occhi degli elettori bisognava chiarire bene che la loro non era un’ imboscata tesa a tradimento ma un deciso e motivato dissenso politico.

Finalmente in un contesto di (presunta) politica, basata sulle contumelie, sulle ingiurie e sulle offese gratuite, questi consiglieri sono passati alla politica vera, a quella che parla dei cittadini e dei loro problemi. Di questo va loro dato atto.

Con loro bisogna continuare a dialogare nella ricerca di una unità fondamentale per dare alla Città un’amministrazione fatta di persone preparate e responsabili.

Per concludere: ritengo che a Marcianise, per fortuna, abbiamo persone politicamente preparate ed amministrativamente competenti. Bisogna valorizzare queste potenzialità. Questo si può fare solo se mettiamo in campo disponibilità, empatia e generosità.

Se si vuole veramente bene alla città e se si è convinti delle idee e dei valori di cui si è portatori, occorre: – unire le forze, abbandonando “ripicche” e contrasti personali – ritornare alla “politica vera”, quella che non si risolve nell’offesa e nella contumelia, ma che mette al centro della propria riflessione i problemi reali e le necessità concrete dei cittadini.L’ex deputato Pietro Squeglia