19:48:55 SANTA MARIA CAPUA VETERE. La violenza è figlia della violenza, ma a volte anche di poco amore ricevuto. E così, a volte, le mura di una casa non sono più un nido dove potersi difendere, ma una gabbia da cui fuggire.

E' questa la consapevolezza che segna il punto di non ritorno della vittima che si ribella alla violenza fra le mura domestiche. 

Il racconto della vittima, l'aspettativa di un freno che le forze dell'ordine devono garantire e, poi, le aule di tribunale in cui discutere di ciò che è accaduto: sono questi, invece, i tre cardini attraverso i quali si cerca di porre un limite alla violenza di genere.

Il tema, o meglio, i tre temi saranno affrontati durante la tavola rotonda "Le fedeltà invisibili" (l'ispirazione è data da un libro di Delphine de Vigan) che si terrà nell'Aula Franciosi di Palazzo Melzi a Santa Maria Capua Vetere il 16 maggio a partire dalle 15.  

Il tema per i giornalisti invitati è "Violenza di genere e tutela delle vittime: informazione e deontologia".

Si tratta di un incontro che ha come simbolo l'artista e pittrice Artemisia Gentileschi, scelta come madrina ideale dell'evento dall'avvocato Rosa Marroncelli.

Alla Tavola rotonda interverranno il presidente della Prima sezione Civile del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Raffaele Sdino, il procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere, Alessandro Milita, la psicologa Mafalda Golia  e gli avvocati Rosa Marroncelli e Agnese Di Caprio dello studio Marroncelli & Partners che gestiscono anche uno sportello antiviolenza nel loro ufficio.

Con loro, la presidente della Commissione Pari Opportunità dell'Ordine dei Giornalisti della Campania, Titti Improta e il questore di Caserta, Antonio Borrelli.

La violenza può essere anche silente, fatta di piccoli atti che volti a svalutare la donna o a ignorarla. La vittima si rivolge alla polizia o ai carabinieri dai quali non deve avere la restituzione di una svalutazione de proprio dolore: ogni racconto va consapevolmente considerato per offrire la certezza dell'intervento.

E poi, c'è l'informazione giornalistica che deve fare da "ponte" fra l'evento e il sua cronaca, limitando le informazioni che riguardano la vittima o i minori. Il luogo in cui tutte le aspettative trovano confluenza è il tribunale. Il processo civile non è una semplice rivisitazione acritica del processo penale ed è per questo che si cercherà un metodo per connettere le due sfere processuali. Il dibattito sarà moderato da Marilù Musto, giornalista de Il Mattino e membro della Commissione Pari Opportunità dell'Ordine dei giornalisti della Campania. I saluti saranno rivolti dal presidente dell'Ordine degli avvocati di Santa Maria, Adolfo Russo e dalla docente dell'Università Vanvitelli, Roberta Catalano. 

Saranno garantiti crediti formativi per l'Ordine degli avvocati e per l'Ordine dei Giornalisti.