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19:37:23 Si chiude un’era: da domenica prossima don Primo Poggi non guiderà più il santuario della Divina Misericordia di Santa Lucia.

Il vescovo Giovani D’Alise, infatti, ha deciso di affidare la comunità religiosa a don Sergio Adimari, parroco di San Bartolomeo Apostolo a Centurano. Proprio il vescovo domenica celebrerà una funzione nel corso della quale sarà ratificato il passaggio di consegne.

Don Primo ha guidato la comunità per oltre trent’anni, diventando riferimento e confessore di diverse generazioni. Con il suo lavoro, il santuario è diventato meta di tanti pellegrini che ogni anno si ritrovano lì per pregare. Il prossimo 29 giugno saranno 51 anni che il religioso con le sue azioni porta avanti il messaggio di Gesù Cristo. La sua origine non è campana, nasce infatti il 6 settembre 1935  a Caverzago, una frazione di Travo in provincia di Piacenza. Trascorre l’infanzia e la giovinezza tra i campi della Val Trebbia insieme agli amati genitori e un fratello altrettanto amato e tuttora vivente.

Qui, fin da bambino, aiuta la famiglia nel lavoro dei campi e nel pascolo delle mucche, attraversando la valle in lungo e in largo con la sua bicicletta, unico mezzo di trasporto. Proprio in quei campi, nel suo animo di fanciullo cominciano a manifestarsi i primi bagliori di una profonda unione con Gesù e di comunione con il Creato e, alla  “scuola” del Poverello di Assisi, si delinea la spiritualità francescana, dolce e dal respiro universale di Don Primo.

Giovanetto vivace e dal cuore aperto riceve molto presto i segni della chiamata del Signore e a vent’anni, operaio e attivista dell’Azione Cattolica locale, decide di diventare sacerdote. Il 3 novembre del 1955 giunge a Tortona, presso la Casa Madre di Don Orione.

Da lì, dopo un anno, viene trasferito a Voghera dove trascorre un anno ancora. Successivamente viene inviato per due anni a Buccinigo d’Erba (Como) e poi a Bra Bandito (Cuneo) dove permane quattro anni e da cui viene trasferito a Tortona nel Santuario di Don Orione.

Qui, in via del tutto “casuale e fortuita”,  incontra per la prima volta Don Carlo Vivaldelli, che all’epoca era il più grande conoscitore e divulgatore del Messaggio della Misericordia Divina. Ed è proprio a Don Carlo Vivaldelli che, due mesi dopo l’incontro, Don Primo viene indirizzato quando, incuriosito da una immaginetta di Gesù Misericordioso a cui non aveva mai prestato troppa attenzione, provandone anzi quasi un rifiuto, deciso a comprenderne il significato profondo, ne viene completamente preso, tanto da essere spinto a volerne sapere di più. Dopo un incontro avvenuto sulle rive del Lago di Garda, per tre giorni consecutivi viene edotto da Don Carlo Vivaldelli sul messaggio di Gesù Misericordioso e su Suor Faustina Kowalska.

Dopo questo incontro avvengono nella vita di Don Primo una serie di inspiegabili cambiamenti di istituti e di regioni che culminano nel trasferimento presso l’eremo di San Corrado a Noto, in Sicilia. Dopo soli due mesi viene nuovamente spostato, questa volta a Saluzzo in Piemonte, presso una casa di prima accoglienza, dove per la prima volta inizia la recita dell’ora della Misericordia alle tre del pomeriggio davanti a Gesù Sacramentato, insieme a ex tossicodipendenti ed ex carcerati.

È proprio accanto a queste vite lacerate che ha modo di constatare gli effetti della invocata Misericordia Divina che a poco a poco riesce a cambiare il cuore delle persone, specialmente di quelle più travagliate: quei giovani ebbero da Gesù Misericordioso un sostanziale cambiamento della loro vita. Dopo circa dieci mesi viene trasferito a Pompei come confessore, dove trascorre ore nel confessionale divenuto famoso per le lunghe file di penitenti in attesa della riconciliazione.

Il confessionale numero 8 di Pompei diviene il piccolo Santuario della Divina Misericordia da cui Don Primo trasfonde nei cuori i raggi di Gesù Misericordioso divulgando la Misericordia del Signore “a piene mani”. Trascorsi tre anni sente il desiderio di trovare un Santuario chiuso per riaprirlo e dedicarlo al culto della Divina Misericordia e, dietro questa spinta, giunge a Caserta presso il Santuario di Santa Lucia che all’epoca  ̶  era il 1988 ̶ , versava in condizioni di abbandono.

Con paziente e instancabile opera quotidiana di lavoro fisico e preghiera incessante il Santuario rifiorisce, per diventare un luogo di devozione che accoglie ogni anno migliaia di pellegrini che vi giungono da ogni parte d’Italia.

Qui Don Primo vive con i suoi cani adorati le sue lunghe giornate che iniziano alle tre del mattino con la preghiera che prosegue insieme al gruppo di preghiera “Stella del mattino” da lui stesso fondato e che lo raggiunge ogni giorno alle cinque.

Alle sei celebra la Santa Messa per poi trascorrere ore e ore in confessionale, a ristorare tante anime sofferenti che trovano nei suoi carismi e nella sua dolcezza forza e conforto, ma soprattutto ritrovano l’amore misericordioso di Gesù Cristo. Da lunedì, per il santuario comincerà un nuovo corso.


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