14:42:37 CASERTA. E’ stato l’Europa il grande protagonista della manifestazione del Primo Maggio promossa da Cgil, Cisl e Uil all’hotel Europa di Caserta. I segretari delle tre confederazioni hanno ribadito il ruolo centrale dell’Europa e quello del sindacato unitario. Dopo i saluti del sindaco, c’è stata la relazione introduttiva del segretario della Cgil Matteo Coppola che ha ribadito come una nuova fase per il Paese può partire solo se si riparte dal ruolo dell’Italia all’interno dell’Unione.

«Non possiamo immaginare di allearci con nazioni che hanno eretto muri – ha spiegato il segretario della Cgil Matteo Coppola – due generazioni hanno vissuto la libera circolazione degli uomini e delle merci: tornare indietro sarebbe pericolosissimo. E’ chiaro che va ridiscusso il rapporto tra capitale e forza lavoro e va ribadito il ruolo del sindacato come forza sociale in grado di tutelare i diritti dei lavoratori». Coppola esprime un giudizio duro rispetto al governo giallo verde in materia di immigrazione e sicurezza. «La vicenda della nave Diciotti e il decreto sicurezza dimostrano il grado di solidarietà del governo – ha ripreso – una sicurezza che viene enunciata, ma, nei fatti non declinata, se si pensa alle allarmanti statistiche delle morti sul lavoro, classifica che, tra l’altro vede Caserta al sesto posto». Concetti questi condivisi anche dal segretario della Cisl Giovanni Letizia che vede nel 26 maggio uno spartiacque. «C’è da scegliere – ha chiosato – tra un’Europa sovranista e una Europa inclusiva, dei diritti, dello stato sociale che deve abbandonare il rigore». L’importanza dell’Europa e il ruolo del sindacato viene affermato anche dal segretario della Uil Antonio Farinari. «Abbiamo messo alla prova il governo gialloverde per sei mesi, abbiamo visto che idea avesse del lavoro, non c’è stata preclusione – ha sottolineato Farinari – quando ci siamo accorti che l’obiettivo è quello di creare un divario tra Nord e Sud con l’autonomia delle Regioni, con una istruzione diversa da territorio a territorio, siamo scesi in piazza. Queste politiche, se non arginate, possono determinare un divario incolmabile tra il Nord agganciato all’Europa e il Sud abbandonato a se stesso. Non possiamo, poi, permettere che venga destrutturato il ruolo del sindacato che rappresenta l’unico corpo intermedio capace di fronteggiare questa deriva».