19:53:55 CASERTA. La festa della Liberazione, 25 aprile, è stata il pretesto per riportare a galla una controversia che nacque molti anni fa, che è stata ripresa tante volte e che ultimamente è stata quasi del tutto dimenticata.

“L'area dell'ex Macrico deve rinascere”, questo è il punto della discussione dell'assemblea pubblica svoltasi in piazza Ruggiero. L'assemblea è stata gestita dal Comitato Macrico Verde e ha avuto come portavoce Vincenzo Fiano, che da tempo si occupa di questioni sociali anche in quanto membro del centro ex canapificio. Vincenzo Fiano apre l'assemblea con una panoramica sulla situazione generale, parla di progetti, di idee, di problemi che bisogna risolvere.

Il progetto che sembra essere il più interessante è la divisione in quattro aree del Macrico stesso, ognuna con finalità diverse (sportive, artistiche, naturalistiche).

Molti esprimono il loro consenso a un'idea così utile per la città di Caserta, ma presto iniziano a nascere domande sui modi di realizzazione.

Il moderatore dell'assemblea, Fiano, ha esposto la possibilità di “smuovere” i piani alti, appellandosi agli stessi parlamentari del Movimento 5Stelle che, giorni fa, si sono mostrati attivi per la questione e hanno perlustrato la zona.

Alcuni cittadini però non credono sia un'opportunità concreta, bisogna risolvere prima le questioni degli enti e delle istituzioni locali per poi, se proprio necessario, appellarsi al Ministero dell'Ambiente a Roma.

A questo punto è intervenuto l'architetto Nadia Marra che già ha fatto appello al Ministero dell'Ambiente con una lettera in cui sollecita alla considerazione del caso Macrico e dell'emergenza sul piano urbanistico di Caserta.

Subito dopo aver chiarito che si necessita di soluzioni efficaci, l'assemblea ha parlato dei vari problemi economici a cui inevitabilmente si andrà incontro qualora dovesse essere preso concretamente in considerazione il progetto di riqualificazione.

L'ex Macrico è di proprietà dell'Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero e il comune può acquistare l'area per 30milioni di euro circa. Sembra impossibile che il comune diventi proprietario a queste condizioni e di fatto ha già espresso di non poter investire, per il momento, su questo. Servirebbe una nuova riunione in cui comune e istituto diocesano rivedano le condizioni d'acquisto.

Ma il Macrico è una priorità adesso? C'è chi si batte per la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini. Uno spazio verde così ampio messo a disposizione della comunità potrebbe solo migliorare le condizioni ambientali di una città che, si ricorda, è tra le ultime nella classifica nazionale delle province più vivibili, tenendo conto del fattore inquinamento. Altri sostengono che la città debba preoccuparsi di situazioni più urgenti e che questo non sia un vero e proprio problema, considerando che per oltre quindici anni la situazione è quella attuale e nessun danno permanente è stato verificato.

Sono state spese molte parole per le idee che, purtroppo, non sembrano concretizzarsi e poche per le certezze di cui si ha bisogno.

I cittadini che si sono interessati e hanno partecipato all'assemblea sono stati pochi, per un vero e proprio movimento servirebbe una sensibilizzazione che coinvolge un maggior numero di persone.

Il Macrico sembra non avere ancora un destino certo e sembra debba sopportare il proprio stato inamovibile e costante ancora per molto tempo.

Claudia Mazzarelli