01:40:28 CASAPULLA. Mancano due settimane alla presentazione delle liste, ma la campagna elettorale a Casapulla è già accesissima. In attesa di comizi e di confronti pubblici, la disputa tra i candidati avversi si consuma soprattutto suoi social. 

In questi giorni, alla ribalta della cronaca locale è ribalzato soprattutto lo sconto tra Andrea Martusciello, candidato nella lista 'Casapulla al Centro', e Pasquale Santillo, in passato consigliere comunale, ma soprattutto padre del senatore del Movimento 5 Stelle Agostino e della consigliera uscente grillina Santa. Ad un post di Martusciello sulle motivazioni che lo spingono a scendere in campo al fianco di Renzo Lillo, Santillo senior ha commentato: «Non sai dove menarti. Pensi solo ad essere protagonista ma ai casapullesi hai dato solo chiacchiere. Sono pronto ad un eventuale scontro».

Questa la replica del candidato: «Mi spiace leggere certe affermazioni nei miei confronti. Non capisco sinceramente da dove nasca tutto questo odio. Se avessi voluto essere protagonista mi sarei candidato a sindaco, ne avevo la possibilità. Per un senso di responsabilità e con tutta l’umiltà che mi contraddistingue, ho preferito fare un passo indietro e mettermi a disposizione della squadra. Mi candido in prima persona, chiederò io i voti ai miei concittadini.

Solo per dovere di cronaca, senza polemica alcuna, come mai i suoi figlioli (il riferimento è a Pasquale Santillo), un senatore e un consigliere uscente, non hanno presentato nemmeno una lista a Casapulla?». 

Sulla vicenda sono intervenuti anche gli ex consiglieri comunali Marialaura Buro e Francesco Sorbo, che riferiscono: «Abbiamo letto le esternazioni del padre del senatore Santillo nei confronti di un sostenitore del gruppo ‘Casapulla al Centro'. Ci stupisce il livello di rancore e acredine che le contraddistingue. Tante sono le considerazioni che andrebbero fatte sul Movimento 5 Stelle locale, principale fautore della caduta dell'amministrazione Sarogni ed oggi nuovamente suo alleato per il tramite della candidatura di Santa Santillo nella sua lista. Ricapitolando, quindi, il Movimento 5 Stelle locale prima accetta di essere la stampella di Sarogni (2015-2018) per consentire la nostra cacciata dalla maggioranza, poi lo abbandona contribuendo alla caduta della sua amministrazione (aprile 2018) per poi tornare a sostenerlo (2019). Tutto questo senza considerare quanto abbia contribuito negativamente in termini politici la scelta del senatore di non fare la lista nel suo paese».