10:16:39 Don Peppe Diana e la Caduta di Gomorra, il giornalista Luigi Ferraiuolo fotografa in maniera puntuale l’evoluzione di Casal di Principe che si riscatta e si rilancia attraverso il sacrificio del sacerdote ucciso dal clan.

Un testo che racconta con sagacia e con uno stile che sa conquistare il lettore, l’evoluzione di un paese che, attraverso l’impegno civile di molti, accompagnato dall’azione dello stato riesce a spodestare il clan dalla guida della città.

Il libro è il trionfo di chi ha scelto di restare nel paese in un momento in cui, forse, era più semplice andare via. E, la pubblicazione della Caduta di Gomorra arriva in coincidenza di una data mai banale per Casal di Principe, come le elezioni comunali.

Si tratta di elezioni dove a scegliere saranno gli elettori a cui è demandato il sempre difficile compito di valutare la proposta politica. Lo possono fare liberamente, senza condizionamenti, senza l’ombra di quel clan che certamente non è stato cancellato, ma che, con altrettanta certezza, non ha più la forza di controllare il voto.

Lo stucchevole gioco di cercare aderenze vere e presunte, parentele vicine e lontane è solo un esercizio di autolesionismo che non porta da nessuna parte e che, probabilmente, serve a creare solo qualche tensione in chi è impegnato nella formazione delle liste o in chi ha voglia di confrontarsi per il Paese.

In un paese di meno di ventimila abitanti che ruota intorno ad una decina di famiglie, che non ha subito alcuna urbanizzazione (a Casal di Principe non ci sono forestieri per dirla con un linguaggio della vulgata) se si gioca a ricostruire le ‘razze’ certamente si incontrano rami che hanno avuto più o meno a che fare con il clan.

La Caduta di Gomorra definitiva si avrà quando si baderà a ricostruire l’impegno sociale e il coraggio di chi è rimasto, come ha fatto il collega Ferraiuolo, e non a ricercare mostri che non ci sono. Buon voto libero e buona lettura…

Francesco Marino