09:47:49 CERVINO. La riservatezza del prestigioso uomo di cultura, il carisma dell’uomo di mondo venuto da un tranquillo paese su in collina, il preside che non ha mai smesso di essere uno studente. E’ morto all’età di 68 anni Michele Vigliotti, per tutti il prof, perché nonostante avesse ricoperto cariche dirigenziali in alcuni istituti scolastici del casertano, tra i più importanti il liceo scientifico ‘Nino Cortese’  e il Convitto Nazionale ‘Giordano Bruno’, chi lo conosceva non riusciva a non chiamarlo come un professore. Ma nel senso più paterno del termine, bastone e carota, una carezza e un sorriso ma anche tanti rimproveri, costruttivi e mai distruttivi. Un appassionato verace di politica, un politico in ogni giorno della sua vita nella sua amata scuola. Ha provato a smuovere i cuori di intere generazioni, insegnandogli il dovere e poi il piacere, con un gusto di cultura che non si è mai assopito un solo attimo.

Leggeva, il prof, lo faceva sempre. Un suo ritratto, oltre alle parole che scorrono veloci e quasi inesorabili come i ricordi di chi gli voleva bene, è sicuramente col libro in mano, immobile, che scomoda le sue dita soltanto per sfogliare pagine. O per accarezzarsi il cuore, quello sì un po’ più fragile dei suoi neuroni. Si stava curando da tempo con le dialisi, ma il suo corpo forse bastonato dai 68 anni, mostrava i segni delle ferite. La lontananza dalla scuola causa pensione, sicuramente avrà giocato un ruolo determinante. Meravigliosa la poesia che nel 2016 dedicò ai suoi studenti, figli di un mondo che non c’è  più e che riecheggiava ogni volta nel volto di un uomo dalle mille risorse. Doveva operarsi alla coliciste, all’appuntamento in sala operatoria però non ci è mai arrivato: un infarto gli ha tolto la vita e lasciato un solco profondo e pesantissimo nella cultura suessolana. Un uomo che ce l'aveva fatta contro un pianeta scolastico all’inizio molto ostile nei confronti di chi era nato in uno sconosciuto paese sulle colline tra Caserta e Benevento. E’ stato per anni l’orgoglio di tutti i cervinesi, che negli ultimi anni non erano riusciti a godersi il prof ed anche purtroppo viceversa. I tempi erano cambiati, il prof aveva anche provato nel 2004 a diventare sindaco con la sua ‘Sveglia’, che però non era riuscita a suonare in sintonia con i cervinesi alle urne. Qualche screzio c’era stato, con loro, quando per un pelo non riuscì ad arrivare all’Ente provinciale, ma era sempre stata normale amministrazione. Ha lasciato tre figli e una moglie, anch’ella prof, in una vita profondamente vuota per la perdita del Cicerone per antonomasia. Abbiamo tutti perso qualcosa però con la sua morte, i funerali che si terranno domani alle 15:30 presso la Chiesa Madonna delle Grazie di Cervino  muoveranno l’ultima pagina di un meraviglioso romanzo che si chiuderà per entrare a far parte delle biblioteche mentali di ognuno di noi. Con tante parole e poche immagini, che certamente lo ritrarranno col suo libro seduto su una sedia insieme ai suoi studenti o su una sdraio nelle interminabili estati nostalgiche di scuola. Alcuni uomini diventano miti viventi e quando muoiono creano monumenti grandiosi e spettacolari: sarà sicuramente il caso del prof Vigliotti, che anche da lassù farà l’amore con la cultura e non smetterà mai di insegnare ad uno studente la strada verso il ‘cogito ergo sum’, verso il sapere. Verso la felicità, che ha saputo donare in terra grazie alla forza sempreverde di un libro di periferia.