17:45:09 L'ufficio comunale usato come alcova, sesso in cambio di autorizzazioni amministrative e permessi a costruire.

E' quanto emerso dall'indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha portato agli arresti di sei persone, tra cui il dirigente dell'Utc del Comune di Castel Volturno, Carmine Noviello e il dipendente Antonio Di Bona, il primo ritenuto figura centrale di un "consolidato sistema corruttivo" che per anni avrebbe caratterizzato la prassi amministrativa del comune del litorale domizio. Per la Procura guidata da Maria Antonietta Troncone - sostituti Quaranta e Giacomo Urbano - e i carabinieri di Mondragone, che hanno iniziato ad indagare nel 2016, Noviello e Di Bona, finiti in carcere, avrebbero ottenuto negli anni soldi e favori per rilasciare atti e permessi; in qualche circostanza, Di Bona in particolare, si sarebbe fatto pagare "in natura" in cambio di un suo intervento. Al momento sul registro degli indagati non figurano politici anche se non è da escludere che l’inchiesta si possa allargare dal momento che, come si legge nel comunicato della Procura «Le complessive indagini svolte hanno consentito di far rilevare come, per tale vicenda, si fossero attivati esponenti dell'amministrazione comunale in carica, al fine di orientare e condizionare l'operato della Polizia Municipale (sono emersi elementi per ritenere che tale organo di P.G. abbia subito forti condizionamenti nell'assumere le decisioni di competenza relative alle opere abusive che l'IMAT stava realizzando). Vi sono state finanche riunioni tra tali esponenti della amministrazione Russo, i rappresentanti e tecnici IMAT, l'UTC e la stessa Polizia Municipale. Sono in corso approfondimenti investigativi al fine di individuare il soggetto o i soggetti politici che in concreto hanno orientato le decisioni della Polizia Municipale di Castel Volturno.