In queste ore, complice forse il caldo agostano, sembra essere tornato di gran moda – specie, sui social - il dibattito sulla “collocazione naturale” dei socialisti: a destra o a sinistra? Credo che, dopo decenni, questa impostazione debba essere consegnata al secolo senza troppi rimpianti, per fare spazio a ciò che veramente conta e sul quale quotidianamente ci giochiamo la faccia: i temi, quelli veri.
L’unica distinzione che mi appassiona e che va al di là di ogni retorica, in quanto la sperimento quotidianamente nella mia attività politico-istituzionale è quella fra passato e futuro. Ci sono moltissimi conservatori nel centrodestra ed altrettanti nell’area Pd, accomunati, oltre che dallo sguardo costantemente rivolto al passato, dalla volontà di tenere bloccato il Paese con ricette desuete, superate, noiose e soprattutto dannose: risposta del tutto inadeguata al pur becero neopopulismo incarnato da urlatori professionisti.
I riformisti, noi riformisti, siamo esploratori di futuro, costruiamo progetti e idee nuove, al passo con tempi ed esigenze nuove.
Questa attitudine deve essere rilanciata e deve contagiare i moderati.
L'intuizione di Berlusconi di affidare a Stefano Parisi il compito di riorganizzare il movimento di Forza Italia deve essere guardata con interesse, perché ci stiamo riferendo ad un riformista autentico che conosce i partiti e che ha una consolidata tradizione politica. Allo stesso tempo, ci stiamo riferendo anche ad un uomo di azienda, manager brillante ed innovativo.
Certamente, il primo passo dovrà essere quello di superare la tentazione di riorganizzare il partito con schemi vecchi per andare oltre i confini di Forza Italia.
Noi socialisti riformisti non possiamo restare a guadare, abbiamo invece il compito di incoraggiare questo cammino ed quello che faremo.
Lo faremo ripartendo dalla Campania e dal Sud, volano di sviluppo, capace di archiviare la stagione dei capi popolo per puntare sulla buona amministrazione.
Lo faremo sapendo che non serve la demagogia, ma la capacità di creare asset di sviluppo con una intelligente programmazione dei fondi europei.
Lo faremo riproponendo la Costituente per dire No a chi calpesta la Costituzione e per rilanciare la Grande Riforma, per arrivare al reale superamento del bicameralismo perfetto, allo scioglimento delle attuali regioni, all'unione vera ed efficace dei Comuni.
Lo faremo, sentendoci ancora protagonisti, è il nostro dovere.
È ora.
Massimo Grimaldi, consigliere regionale