MARCIANISE. Arriva a ventiquattro ore di distanza il giudizio impietoso del sindaco Velardi sul primo consiglio comunale di Marcianise della sua gestione.«Il consiglio mi è parso a lungo come un vuoto rito di esercizio (finto) della democrazia. Ho visto consiglieri che dicevano cose che facevano finta di dire per la prima volta ma dopo averle dette in precedenza, in incontri segreti tra di loro, maggioranza ed opposizione. Ho sentito consiglieri che parlavano di trasparenza dopo che hanno affossato questa città nascondendo proprio la trasparenza – ha scritto Velardi sulla sua pagina Facebook -
Quello più bizzarro è stato un consigliere che parlava di Marcianise come di una città che ama sopra ogni cosa, invitandoci ad amministrarla bene salvo dimenticarsi di dire che lui l'ha già amministrata e ha combinato tutti quei guai ai quali stiamo ora cercando di mettere una pezza. Poi ho sentito consiglieri che dicevano pubblicamente che non andava fatta alcuna lottizzazione per le cariche perché questo è il nuovo corso inaugurato ma nel frattempo si erano incontrati non tanto in segreto proprio per lottizzare. Poi ho sentito altri consiglieri fare tutto un discorso sui deboli e sui forti in città, dimenticando però di dire che proprio loro appartengono ai poteri forti della città, cioè agli imprenditori che hanno i soldi e che comprano tutti. Poi ho sentito altri consiglieri ancora che parlavano di questioni di cui mi ero occupato nei giorni scorsi con i dirigenti e di cui avevano molta più cognizione di me e perciò ho capito che in municipio a Marcianise continua ad accadere ciò che capita da anni: i dirigenti non rispondono a se stessi o al sindaco, ma a qualche politico che sta all'esterno. Ovviamente tutte queste sono mie impressioni: sono molto negative se riferite a consiglieri che vivono da sepolcri imbiancati, sono positive per diversi consiglieri che sono persone serie, operose, con un alto senso dell'onore. Sono in ogni caso le considerazioni non di un sindaco ma di un giornalista; ho deciso infatti di intervenire in aula da sindaco e, fuori aula, di scrivere su questo diario che qualifica il rapporto con i miei concittadini, da giornalista. Non perché voglia sdoppiarmi, ma perché solo così posso raccontare in modo vero la politica e le istituzioni, vivendole dal di dentro. Ovviamente continuerò a farlo e se per caso arriverò alla conclusione che il sistema mi impedisce di farlo saluterò tutti e me ne andrò. Sono un uomo libero, non un sepolcro imbiancato. Per ora andiamo avanti, con la stessa grinta. Ma vi posso assicurare che è dura quando si assiste al teatrino, quando non c'è sostanza ma solo forma e quella che c'è non è neanche buona. Per adesso oltre alla grinta ci vuole anche molta pazienza, che però non è illimitata. Grazie a quelli che ieri ci hanno seguito in consiglio comunale e quelli che lo hanno fatto tramite la diretta streaming: la qualità del segnale non era buona e di questo ci scusiamo, ma non è stata colpa nostra. Erano in molti, davvero in molti. Spero che abbiano avuto un'impressione diversa dalla mia, molto più positiva. Spero perciò di essermi sbagliato io, di essere stato troppo severo innanzitutto con me stesso. Il rigore è un mio difetto (o virtù, a seconda di come uno intende la vita). Senza rigore probabilmente avrei campato meglio»,.
