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CASERTA. Caserta città è in pieno clima elettorale anche se, certamente, la tornata del 2016 non sta appassionando così come accadde con quella del 2011.

Pur essendoci ben otto candidati a sindaco di prima fascia (Francesco Apperti, Enzo Bove, Luigi Cobianchi, Gianfausto Iarrobino, Carlo Marino, Nello Spirito, Enrico Trapassi, Riccardo Ventre) il numero degli aspiranti consiglieri è sensibilmente ridotto rispetto a cinque anni fa. A fronte dei quasi mille consiglieri comunali in corsa nel 2011, il numero, questa volta si è fermato, si fa per dire a 673 con una media di un aspitante consigliere ogni 94 elettori quasi a fronte del consigliere ogni quarantatre elettori dell’elezione vinta da Pio Del Gaudio.

La disaffezione rispetto alla politica è anche nella decisione di moltissimi consiglieri uscenti di restare a casa. Non parteciperanno alle consultazioni, infatti, Biagio Esposito, che, però ha candidato la figlia, Cesare Lino, che, invece, ha schierato la moglie, Giuseppe Greco, Vincenzo Mario Ferraro, che comunque si sta misurando sul medico del pronto soccorso dell’ospedale di Caserta Domenico Natale, la dirigente nazionale dell’Udc Nicoletta Barbato, impegnata a votare Massimiliano Marzo in Forza Italia. Fuori dalle liste ancora l’ex sindaco di Caserta Pio Del Gaudio, che dal 93 ad oggi aveva sempre partecipato alle consultazioni, Antonello Acconcia, che pure deteneva lo stesso “record di presenze”, Massimiliano Palmiero, Giovanni Lombardi e Pierpaolo Puoti, che resta ai box dopo due elezioni di fila. Fuori dalle liste anche una fetta importante del centrosinistra con Franco De Michele ed Enrico Tresca che hanno deciso di rivestire un ruolo più politico in questa campagna elettorale occupandosi dell’organizzazione della lista del Pd, Saverio Russo e Maria Valentino che hanno deciso di restare alla finestra.

Tra le assenze eccellenti, ovviamente, anche quella del presidente della Casertana Pasquale Corvino che ha deciso di candidare in Centro democratico la sorella Mirella Corvino. Ovviamente, questa non è la campagna elettorale degli assenti, ma dei tanti presenti che, in queste settimane, si stanno contendendo i trentadue scranni di Palazzo Castropignano.

E, allora, è giusto cominciare dalla star di questa campagna elettorale: Elena Margaret Starace, la Noemi di Gomorra, protagonista della fiction don Peppe Diana e dell’ultimo film dei comici di Made in Sud Arteteca. La giovane attrice casertana è candidata nella lista Procaserta Verdi e si pone come la vera e propria mina vagante della tornata visto il gran numero di fans che ha.

Per la prima volta nella storia delle elezioni a Caserta, poi, è stato candidato un trans.

A farlo è stato il candidato sindaco di Speranza per Caserta Francesco Apperti che ha schierato Laura Sciaudone. Apperti ha puntato anche su un’altra candidatura impegnativa per il significato che la accompagna.

E’ quella di Michel Nzisabira, nativo del Burundi, uno dei primi migranti giunti a Caserta oltre 20 anni fa in fuga dalla sua terra dopo un colpo di stato.

Tenteranno la scalata a Palazzo Castropignano anche una serie di politici che hanno avuto ruoli importanti in altri comuni della provincia di Caserta.

Carlo Corvino, già coordinatore del Partito democratico a Casal di Principe e referente dell’area Renzi per il comprensorio di Albanova, si è candidato nella lista Caserta viva Partito socialista.

L’ex candidato sindaco di San Nicola la Strada ed ex consigliere comunale del Comune del Vialone Gennaro Mona, invece, scenderà in campo con Terra Libera.

Ancora l’ex consigliere comunale di lungo corso di Maddaloni Giuseppe Magliocca, scenderà in campo con Energie casertane a sostegno di Carlo Marino.

Come spesso succede nelle campagne elettorali, molte famiglie vengono divise dal voto.

E’ il caso della famiglia Funaro che candida Mariana Funaro, figlia di Franco Funaro, storico segretario dei Ds di Mezzano nella lista Caserta Viva Partito socialista, e la cugina Monica Funaro nella lista Noi con Salvini. Le evoluzioni del quadro politico nazionale, hanno portato anche ad evoluzioni di credo politico in alcune famiglie casertane.

E’ il caso della famiglia De Florio, dove l’avvocato Michele De Florio, dirigente cittadino del Partito democratico, scenderà in campo sotto le insegne renziane nonostante l’ingombrante figura paterna di Mario De Florio, esponente del Movimento sociale italiano di cui è stato consigliere comunale e per il quale è stato anche candidato al Parlamento, storico segretario della Cisal e poi del sindacato autonomo Cisas. In questa campagna elettorale, poi, c’è chi ha cambiato obiettivo all’ultimo secondo. Elpidioantonio Di Caprio, pronto a candidarsi a sindaco sino all’ultimo momento, invece, alla fine, ha deciso di scendere in campo come candidato consigliere nella lista Energie Casertane a sostegno di Carlo Marino.

Quella che ha preso il via da una settimana è anche la campagna elettorale che vede candidati più giornalisti in assoluto.

Hanno, infatti, deciso di percorrere la strada politica Pasquino Corbelli, storico giornalista sportivo e portavoce del Comune di San Nicola la Strada per diversi anni, che è in lista con il Partito democratico, Laura Ferrante e Giovanna Paolino che hanno accettato l’invito alla candidatura di Enzo Bove e Marco Malaspina che, invece, correrà sotto la bandiera di Centro democratico e Carlo Marino.

Ma quanti voti dovrà raccogliere ogni singola lista per eleggere un proprio rappresentante? Se prendiamo in considerazione il dato stimato dei votanti della città di Caserta che è di quarantacinquemila persone, per eleggere il primo consigliere comunale, è necessario che ciascuna coalizione raccolga oltre 2100 voti validi. Volendo continuare a dare i numeri, per dare una mano ai tanti candidati che seguono CasertaFocus, il dato dei 2100 voti per il primo consigliere, scende se si prendono in considerazioni le liste singole delle coalizioni più grandi.

In quel caso, essendoci di mezzo, i resti di più liste, se così si può dire, per eleggere il primo consigliere dovrebbero bastare 1700 voti. Per gli amanti della statistica, una lista inserita in una coalizione grande, per eleggere il primo consigliere comunale, deve riuscire a raccogliere almeno cinquantatré voti per ciascun candidato. Cari aspiranti consiglieri, rientrate in questi numeri? Questi calcoli, ovviamente, tengono conto del fatto che nessuna coalizione superi il 60% dei consensi. In questo caso, infatti, la legge prevede che alla coalizione vincente non spettino più diciannove scranni in consiglio, ma, bensì venti. Di conseguenza, ai perdenti non andrebbero più tredici posti, ma dodici. E questo, cosa significa nel ragionamento del consigliere comunale rampante che spera di essere eletto. Da un lato, ovviamente, se si è nella coalizione vincente, questa cosa comporta una possibilità in più per gli aspiranti consiglieri visto che c’è un posto in più da assegnare, dall’altro, la soglia d’accesso che le liste devono superare per eleggere il primo rappresentante s’innalza. Dai 1700 voti, in questo caso, si sfiorano i duemila voti. Ciò significa che crescono le canches di rappresentanza per i partiti più grandi e diminuiscono quelle per i partiti più piccoli.

 


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