MARCIANISE. «Il tempo è ora. Non un futuro indeterminato in cui avviare quella che ha definito “un’operazione verità”. Se Velardi sa qualcosa, se davvero conosce chi è colluso con il malaffare di stampo criminoso, allora lo invito a fare i nomi, a raccontare i fatti e, non da ultimo, a denunciare tutto alle autorità competenti. Anzi, mi chiedo perché abbia esitato fino ad ora. La mia città meritava che alcune vicende, soprattutto se gravi e reali, fossero portate fuori nel momento in cui sono accadute, e non nel momento più conveniente per chi oggi ha deciso di parlarne». Lo ha riferito Antonio Tartaglione, ex sindaco di Marcianise e coordinatore del movimento “Ora” (sceso in campo a sostegno di Dario Abbate), a proposito di un intervento in cui, qualche giorno fa, Antonello Velardi, candidato sindaco di una coalizione avversa, annunciava di essere pronto a scoperchiare un vaso di Pandora, che avrebbe inchiodato i responsabili della mala gestione di enti ed istituti locali. «Ho aspettato prima di replicare – continua Tartaglione- perché ritenevo che affermazioni del genere avrebbero avuto un seguito immediato. Ed invece mi sbagliavo.

Tutti i passaggi di quell’intervento alludono a fatti che, se veri, sono gravissimi; ma ancora più grave sarebbe sapere che il cancro della criminalità organizzata ha fagocitato l’onorabilità e la credibilità delle istituzioni marcianisane. Che si faccia chiarezza, almeno adesso. Chi conosce atti illeciti ha il dovere di denunciarli».

Solo così, secondo l’attuale coordinatore di “Ora”, la campagna elettorale potrà svolgersi in un clima scevro da sospetti che, a suo dire, avvelenano solo la città e ne minano il buon nome. «Credo molto nella legalità – chiarisce - e sono convinto che si debba affermarne il valore attraverso azioni concrete che mirino alla libertà di una terra, al progresso civile della collettività, e che consentano inoltre di avviare un confronto democratico basato sulla lealtà, sull’onestà e sulla trasparenza. Perciò, mi rivolgo direttamente a Velardi, invitandolo a raccontare nei dettagli quello che afferma di sapere: Marcianise non può aspettare più per conoscere chi sta con la camorra, chi c’è sempre stato e chi ha fatto assumere amici e familiari dei camorristi. Che lo dica a noi ed alle autorità competenti, e sicuramente gliene ne saremo tutti grati. Del resto, chiunque voglia servire il suo popolo ed essere all’altezza del compito a cui aspira, ha l’imprescindibile dovere morale di provare a fare luce e non di contribuire a gettare ombre».